Nei giorni scorsi abbiamo più e più volte parlato del Piano Regolatore del Sociale del Comune di Terni e abbiamo approfondito le tre Azioni che fanno parte dell'Asse strategico n. 1, all'interno del quadro operativo proposto da Agenda 22: il Progetto Individuale (Azione 3), il Durante Noi (Azione 2) e Agenda 22 (Azione 4). Se le Azioni e i vari Assi strategici sono la strutturazione del Piano Sociale comunale, questo è, a sua volta, parte integrante del Piano Strategico dell'Ente. Ma che cos'è il Piano Strategico del Comune di Terni? A rispondere a questa domanda è lo stesso Sindaco Leopoldo Di Girolamo, il quale, dal dicembre dello scorso anno, sta elaborando schede illustrative sull'argomento (pubblicate periodicamente sul sito web del Comune stesso). Fino ad oggi, le schede pubblicate sono cinque e questo focus ha l'obiettivo di procedere ad un quadro di sintesi sulla base di alcuni princìpi e parole chiave che ben sintetizzano, se concretizzati, la tutela dei diritti dei cittadini con disabilità, i quali dovrebbero trovare un beneficio tangibile nella propria vita dall'applicazione di entrambi i Piani (Strategico e Regolatore).
Che il Piano Regolatore del Sociale del Comune di Terni sia parte integrante del Piano Strategico dell'Ente è cosa chiara, poiché «[…] il percorso attuativo del nuovo PRG [Piano Regolatore Generale, N.d.R.] […] deve trovare nel Piano Strategico della città la "bussola" per orientare opportunamente la qualità e l'efficacia delle azioni previste. L'attenzione che la pianificazione strategica pone alla dimensione processuale del governo della città, all'ascolto e finalizzazione degli interessi particolari in una dimensione di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, costituisce un fertile alimento per l'attuazione del PRG […]». Ma cos'è il Piano Strategico?
È il Sindaco Di Girolamo che dà la definizione del Piano Strategico nella "prima puntata" del quadro di sintesi che ha condiviso con la cittadinanza attraverso il sito web del Comune di Terni:
«[…] Il Piano Strategico non è uno strumento di programmazione in senso tradizionale, […] parte invece dall'idea che esistono beni collettivi che sono il frutto del contributo libero e indipendente di più soggetti, e che governo e pubbliche amministrazioni hanno un ruolo decisivo ma limitato e non sovraordinato rispetto alla città nel suo insieme. È uno strumento che cerca di facilitare un gioco di cooperazione e competizione tra i diversi soggetti organizzati della città, a partire dalle sue categorie dirigenti valorizzando le capacità dei soggetti, delle imprese, delle organizzazioni, di arrivare, attraverso percorsi indipendenti, ad impegnarsi per obiettivi comuni, sperimentando tutte le possibili convergenze rispetto ad azioni e investimenti. Per questo il percorso che propongo alla città è fatto di momenti di dialogo, discussione, selezione di obiettivi e priorità e naturalmente di operatività, che è l'obiettivo essenziale […]».
Di Girolamo, poi, elenca alcune priorità che devono far uscire Terni dal Novecento (secolo fondamentale per la città, sul quale è stata impregnata la sua storia più recente e di ampio sviluppo, ma ormai anacronistico per le sfide odierne) per approdare ad una nuova dimensione di crescita sostenibile e inclusiva che coinvolga tutti, dalla Pubblica Amministrazione alla rete dei servizi economici, culturali e sociali, dai rappresentanti del Terzo Settore, ai singoli cittadini.
E allora, qualora si pensasse che tutto ciò sia astrazione, Di Girolamo ammonisce:
«[…] Il Piano Strategico non è un'operazione astratta fatta per disegnare scenari attraenti […]. Il Piano è una risorsa per mettere a regime tutte le qualità della città e affrontare la crisi. Non dimentichiamo che la crisi globale avrà risposte locali diversificate e, al netto delle decisioni che non dipendono da noi, i territori si troveranno più o meno attrezzati per la ripresa sulla base di comportamenti autonomi, che dipendono solo dai loro protagonisti e dalla loro capacità di intercettare le traiettorie di sviluppo a partire dai punti di forza dei territori […]».
Ed è per questo che Di Girolamo afferma che:
«[…] L'obiettivo è un grande processo di ripensamento collettivo dell'identità della città, perseguibile solo se ritenuto essenziale da tutti. Vedremo poi quale "governance" mettere a punto per il Piano. Tutto il percorso sarà accompagnato dalla comunicazione perché tutti possano intervenire perché informati […]».
È un Piano di intervento, quindi, destinato a tutti i "portatori di interessi" e - aggiungiamo noi - soprattutto ai "portatori di diritti", ossia i cittadini che vivono la città quotidianamente.
Di centrale importanza, all'interno del Piano Strategico, sono i rinnovamenti urbanistici e logistici di alcuni punti chiave della città (la Stazione ferroviaria, Viale Curio Dentato, ecc.) o, addirittura, di interi quartieri come Città Giardino. Ed è proprio in questi rinnovamenti urbanistici che si sostanzia il terreno d'incontro tra il Piano Strategico della città e il Piano Regolatore: ogni intervento urbanistico (la valorizzazione del centro storico, la riqualificazione di alcune zone cittadine, la realizzazione di nuove piazze di quartiere, l'ampliamento delle piste ciclabili, la realizzazione di nuovi impianti sportivi e la riqualificazione di quelli vecchi e così via) dovrà rispettare il diritto di tutti i cittadini alla mobilità e all'accessibilità e, quindi, tener conto di quanto previsto dal programma dell'Azione n. 4 del Piano Regolatore «Agenda 22» (leggi qui il focus) e dagli strumenti del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) e del Piani Integrati per gli Spazi Urbani (PISU).
Ma il Piano Strategico non è solo legato all'urbanistica e al rilancio della produttività industriale: si inserisce all'interno di un percorso che l'Amministrazione Comunale ha intrapreso ormai da tempo diretto a calibrare il sistema locale di welfare intorno ad alcuni princìpi di equità sociale: diritti di cittadinanza, inclusione sociale, azioni di contrasto ai fenomeni di povertà, sostenibilità di sistema e qualità sociale.
Pertanto: «[…] solo la promozione di politiche sociali attive, fondate sulla piena valorizzazione della persona e delle reti (istituzionali e non, formali e informali), sulla costruzione di un nuovo e saldo "contratto sociale" e su patti di solidarietà come modalità per co-costruire con gli stakeholder [portatori di interessi, N.d.R.] risposte condivise a problemi definiti insieme, possono innescare e alimentare processi virtuosi di contrasto ai meccanismi di esclusione sociale, costruire partnership fra i soggetti istituzionali e le reti relazionali comunitarie di tipo associativo e religioso, sostenere le reti relazionali informali, soprattutto nell'ambito della comunità di vita delle famiglie […]».
E anche in questo caso, torna l'inevitabile raccordo con il Piano Regolatore del Sociale del Comune di Terni e con i suoi Assi strategici declinati in Azioni, di cui Agenda 22 - come è riportato nella quinta "puntata" degli approfondimenti del Sindaco - è un «esempio concreto».
Approfondimenti
È possibile leggere le singole schede del Sindaco Di Girolamo sul Piano Strategico del Comune:
È possibile leggere i nostri focus sulle tre Azioni previste dall'Asse n. 1 del Piano Regolatore del Sociale: