In questo focus, si riportano i risultati della sperimentazione del "Progetto ICF" di Italia Lavoro, che ha portato alle prime due assunzioni di persone con disabilità grazie all'uso della Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF). Il progetto ha visto la città di Ascoli Piceno come apripista per la sperimentazione, ma ha coinvolto ben 11 regioni e ha previsto la formazione di circa 300 operatori, del settore pubblico e di quello privato, sull'utilizzo dell'ICF per l'inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Inoltre, si riporta, in breve, quanto emerso dal Convegno "Disabilità e lavoro. Tra crisi e opportunità" organizzato da LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e Gruppo Intesa Associazioni Disabili della Provincia di Lodi.
La Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF), come abbiamo ricordato anche in altre occasioni, è lo strumento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), riconosciuto da 191 Paesi, per descrivere e misurare la salute e la disabilità delle popolazioni.
Nella città di Ascoli Piceno, grazie al "Progetto ICF" di Italia Lavoro [link a file esterno] due persone con disabilità sono state assunte da aziende metalmeccaniche del piceno: questo è quanto si apprende dall'artico «Disabili e lavoro, i successi del Progetto ICF di Italia Lavoro» [link a file esterno] pubblicato in SuperAbile.it.
Il progetto ha visto il coinvolgimento di ben undici regioni, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Veneto, Piemonte, Campania, Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria e di altrettante province e ha previsto la formazione di circa trecento operatori che operano nel settore pubblico e in quello privato, sull'utilizzo dell'ICF per la definizione delle capacità funzionali delle persone con disabilità e per la lettura dei fabbisogni aziendali.
Dall'articolo, si apprende che lo scopo principale del progetto, che ha avuto inizio nel 2009 e si è concluso nel maggio 2013, consiste nella "la costituzione della filiera dei servizi pubblici e privati del collocamento mirato e l'applicazione di metodologie innovative, in particolare curando la formazione degli operatori sulla base della sperimentazione dell'uso della classificazione ICF nell'ambito dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità".
Come si apprende dall'articolo citato, i Servizi per l'impiego e i Comitati tecnici previsti dalla Legge n. 68 del 12 marzo 1999 [file a link esterno] sul cosiddetto collocamento mirato, hanno coordinato il lavoro con gli obiettivi previsti per il Programma Operativo Nazionale (PON) che promuove l'inserimento socio-lavorativo di persone che presentano svantaggio sociale ed economico e che necessitano di specifiche misure di sostegno.
Come già annunciato, Ascoli Piceno è stata individuata come Provincia "apripista" per la sperimentazione del progetto, poiché già attiva nella sperimentazione con avviati percorsi formativi. La Regione Marche, data la buona riuscita della sperimentazione picena, ha deciso ora di estendere l'esperienza a tutto il circuito marchigiano, sempre grazie al supporto tecnico di Italia Lavoro.
Anche a Lodi si parla di inclusione lavorativa
Lo scorso 21 febbraio, è stato organizzato il Convegno "Disabilità e lavoro. Tra crisi e opportunità"[file a link esterno]dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e dal Gruppo Intesa Associazioni Disabili della Provincia di Lodi. Il convegno è stato organizzato con il fine di tenere alta l'attenzione sul diritto al lavoro per le persone con disabilità e per ricordare che l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un'opportunità di sviluppo sia per le singole imprese che per l'economia.
Dall'articolo di Giacinto Bosoni «Disabili, il lavoro resta un percorso a ostacoli» pubblicato in Avvenire, si apprende che il convegno è stato introdotto e moderato da Franco Bomprezzi (Presidente della LEDHA) il quale ha sottolineato che tra le persone più colpite dalla crisi economica e lavorativa degli ultimi anni "vi sono sicuramente le persone con disabilità, prime a uscire dal circuito lavorativo, ma spesso anche ultime a entrarvi, nonostante gli obblighi previsti dalla legge. Le associazioni delle persone con disabilità, vogliono rilanciare l'attenzione su questo grave problema, continuando a rivendicare il lavoro come uno dei diritti da continuare a difendere e promuovere."
Come ha ricordato Bomprezzi, la differenza la fanno spesso le persone e la loro voglia di sperimentare e di mettersi in gioco... e, aggiungiamo noi, anche la possibilità di partecipare a progetti di sperimentazione nell'ottica dell'inclusione socio-lavorativa.