Guardando la situazione dell'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, lo scenario è sconfortante: a Terni, oltre alla grave situazione di più di 500 lavoratori e lavoratrici della Thyssen Krupp, mancano all'appello oltre 140 posti di lavoro per le persone con disabilità. L'intenzione da parte del Governo di azzerare il Fondo per il diritto al lavoro delle persone con disabilità, poi, ostacola anche chi vorrebbe o potrebbe assumere. Infine, la Relazione al Parlamento sullo stato dell'inclusione lavorativa confronta il numero di iscritti alle liste di collocamento con l'esiguo numero di posti occupati e fa il punto sulle potenziali assunzioni che non vengono fatte a causa dell'assenza di controlli.
Uno sguardo sulla situazione ternana
Sulle pagine di Redattore Sociale dello scorso 31 ottobre 2014, è apparso un articolo che segnalava la grave situazione dell'inclusione lavorativa per le persone con disabilità a Terni.
Ad aggravare l'incresciosa situazione che sta coinvolgendo la Thyssen Krupp - Acciai Speciali Terni (TK-AST) e tutta la città - ossia l'apertura della procedura di mobilità per 537 lavoratori e lavoratrici - l'articolo rilevava che alla TK-AST, dal novembre 2013, mancano all'appello oltre 60 posti destinati alle persone con disabilità.
Inoltre, la crisi della TK-AST ha ripercussioni anche nell'indotto che ruota attorno all'acciaieria: infatti, a causa dell'ultima procedura di mobilità che l'azienda ha attivato, il Centro per l'Impiego della Provincia di Terni è stato costretto ad annullare anche le 8 chiamate per il collocamento mirato di lavoratori e lavoratrici con disabilità previsto per le due aziende del gruppo TK-AST: in particolare, un posto di lavoro era previsto presso il Tubificio di Terni e i restanti 7 erano assegnati alla Società delle Fucine, di cui avevamo parlato già tempo fa in questa news.
Ma le assunzioni di persone con disabilità a Terni scarseggiano anche in altri ambiti: ad esempio, alla Fabbrica d'Armi (polo di mantenimento delle armi leggere), che è un'azienda del Ministero della Difesa collocata a ridosso della TK-AST, sono diversi anni che non assumono personale con disabilità, nonostante le istituzioni locali abbiano anche promosso un'interrogazione parlamentare all'allora Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola (in carica negli anni 2011-2013, sotto il Governo guidato da Mario Monti).
Anche il Tribunale di Terni dovrebbe assumere 3 persone con disabilità, ma, su questo punto, il Ministero della Giustizia non ha fornito spiegazioni a riguardo.
Altri 70 posti, infine, rimangono vacanti per insegnanti con disabilità che dovrebbero essere assunti/e dall'Ufficio Scolastico Regionale dell'Umbria. Anche in questo caso, però, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca afferma di essere in regola, in quanto le assunzioni degli e delle insegnanti con disabilità avvengono sulla base delle necessità delle cattedre da assegnare.
Dal momento che le risposte pervenute dai tre Ministeri e dalle aziende private rivelano alcune contraddittorietà rispetto al dettato della Legge n. 68 del 12 marzo 1968 [link a sito esterno], sono stati aperti dei contenziosi per verificare la corretta interpretazione delle norme ed eventualmente sanzionare il comportamento inadempiente da parte dei datori pubblici e privati.
La situazione riferita da Redattore Sociale a Terni è un esempio di come la normativa venga puntualmente disattesa sia dalle aziende private che dagli enti pubblici, ma dimostra, allo stesso tempo, come sia estremamente complesso e tortuoso il percorso per far sì che venga rispettata.
Azzerati i contributi dei lavoratori con disabilità
Se la situazione descritta a Terni è grave, dall'anno prossimo, a livello nazionale, le cose rischiano di peggiorare ancora di più: infatti, oltre alla mancata applicazione della norma, si aggiunge anche il rischio di azzeramento del Fondo per il diritto al lavoro delle persone con disabilità, previsto dall'articolo 13, comma 4, della Legge n. 68/1999.
Il Fondo, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nel 1999, è stata una delle principali innovazioni introdotte dalla Legge n. 68/1999 e ha rappresentato, almeno fino a questo momento, uno strumento di incentivazione a favore dei datori di lavoro che assumono lavoratori e lavoratrici con disabilità nell'ambito delle convenzioni stipulate dalla stessa normativa (articolo 12-bis, Legge n. 68/1999). Da un punto di vista tecnico, ricordiamo che, fino al 2007, il Fondo finanziava:
- le misure di fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro;
- gli oneri derivanti dall'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro per le persone con disabilità che effettuavano tirocini;
- il rimborso forfettario e parziale delle spese sostenute per l'eventuale adattamento del posto di lavoro in conformità con le esigenze e le condizioni di salute del lavoratore o della lavoratrice con disabilità.
Con le modifiche apportate dall'articolo 1, comma 37, della Legge n. 247 del 24 dicembre 2007 [link a sito esterno], è stato introdotto in favore dei datori di lavoro un contributo - che può partire dal 25% del costo salariale ed arrivare fino al 60% - per ogni lavoratore o lavoratrice con disabilità assunto/a a tempo indeterminato attraverso le convenzioni previste dalla stressa Legge n. 68/1999.
Da un punto di vista economico, il Fondo, partito con un finanziamento di oltre 51 milioni di Euro, ha sempre subìto pesanti oscillazioni dei suoi importi. Il picco peggiore è stato toccato nel biennio 2011-2012, particolarmente critico per il nostro paese, quando i Governi che si succedettero allora decisero, tra gli altri fondi decurtati, di ridurne il finanziamento di circa il 90%. Solo nel 2013 ci fu un segnale di ripresa da parte dell'allora Governo di Enrico Letta, con una dotazione di 12 milioni 590 mila Euro per lo stesso 2013, diventati poi, per il 2014, 21 milioni 845 mila Euro. La decisione di Letta fu presa anche in conseguenza del richiamo ufficiale da parte della Corte di Giustizia europea per inadempienza del nostro paese rispetto alla parità di trattamento nei confronti dei lavoratori con disabilità.
Ora, se l'intenzione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di non finanziare il Fondo per il 2015 sarà confermata, il problema andrà a discapito non solo di quei datori di lavoro che decideranno di assumere i lavoratori con disabilità nel 2015, ma anche di quelli che hanno già effettuato assunzioni dal 12 maggio 2014 (ossia dalla data con cui, tramite apposito decreto, sono state stanziate le risorse per il 2014).
La Relazione al Parlamento sullo stato della Legge n. 68/1999
Ma la situazione dell'occupazione delle persone con disabilità non è rosea a livello generale: la VII Relazione al Parlamento sull'attuazione della Legge n. 68/1999 [link a sito esterno], predisposta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha fotografato, nel biennio 2012-2013, una riduzione dei nuovi avviamenti (poco più di 18 mila) a fronte di un numero di persone iscritte alle liste del collocamento obbligatorio che rimane molto alto (oltre 676 mila persone con disabilità) e ad un numero di posti scoperti rispetto alle quote di riserva che arriva, fra pubblico e privato, a superare la quota di 41 mila.
La Relazione, firmata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, è stata trasmessa alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica lo scorso 4 agosto, ma, di fatto, è stata divulgata solo di recente.
La realtà riferita dalla Relazione è molto difficile: le persone con disabilità iscritte agli elenchi unici provinciali del collocamento mirato si aggirano a circa 700 mila. Fra queste, in 68 mila si sono iscritte nel corso dell'ultimo anno oggetto di indagine (2013). Di fronte a questa potenziale platea di lavoratori e lavoratrici, gli avviamenti al lavoro sono stati davvero pochi: poco più di 19 mila nel 2012 e poco più di 18 mila nel 2013.
Dalla relazione, tuttavia, emerge anche altro: sebbene sia sicuramente vero che, a causa della crisi, aumentano le aziende che chiedono l'esonero o la sospensione temporanea dall'obbligo di assunzione, è pure vero che i controlli sul rispetto della normativa sono pochissimi, a tal punto che il 22% dei posti riservati ai lavoratori e alle lavoratrici con disabilità risultano scoperti. Questi posti di lavoro, nonostante la crisi, ci sono, ma per i quali si continua a non assumere alcuno/a.