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Piano regionale per la non autosufficienza. La programmazione

Pubblicato il 16/01/2015 - Letto 4078 volte
A dicembre 2014, l'Assemblea legislativa dell'Umbria ha approvato il Piano Regionale Integrato per la Non Autosufficienza (PRINA). Sebbene nel titolo dell'atto ci sia il riferimento all'anno 2014, il documento va letto come la pianificazione di politiche ed interventi di contrasto alla disabilità e alla non autosufficienza per il prossimo triennio (2015-2017). Le risorse economiche previste per l'Umbria, 9.854.714,00 Euro, saranno destinate a confermare la domiciliarità e la presa in carico globale delle persone con disabilità.

Lo scorso 9 dicembre, l'Assemblea legislativa dell'Umbria ha deliberato in merito al Piano Regionale Integrato per la Non Autosufficienza (PRINA) per il 2014. Anche se il documento è uscito a fine dicembre (e quindi a fine anno), la Delibera del Consiglio Regionale n. 381 del 9 dicembre 2014 acquista un ruolo fondamentale nella programmazione del PRINA per i prossimi anni. Come diremo più avanti a proposito delle risorse messe in campo, il PRINA, pur facendo riferimento all'anno precedente, ha valenza per il triennio successivo. Quindi, pur facendo riferimento all'anno 2014 (a livello di risorse economiche disponibili), ha validità per le azioni messe in atto a partire dal 2015.

L'atto amministrativo contiene allegato il documento del PRINA, il quale - previsto dalla Legge Regionale n. 9 del 4 giugno 2008 - avrebbe dovuto avere una durata triennale e quindi essere rinnovato nel 2010. Come spesso accade in questi casi, il rinnovo della programmazione del PRINA è stata prorogata di altri due anni, fino al 2012 e poi di un altro anno nel 2013. A fine 2014, quindi e finalmente, si è arrivati ad una nuova programmazione, tanto più importante dal momento che, dal 2008 ad oggi, la situazione economica e finanziaria del nostro paese è mutata notevolmente, i Governi nazionali e locali hanno preso strade volte alla restrizione della spesa per lo Stato sociale e, quindi, anche per il finanziamento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (con lo "storico" azzeramento previsto nel 2012 dal Governo guidato allora da Silvio Berlusconi e le lente ed insufficienti politiche di ri-finanziamento messe in campo dai Governi successivi).

Tornando all'Umbria, come si legge nel documento di programmazione del PRINA 2014, in questi 6 anni di impiego del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, le risorse economiche sono state adoperate per «[…] riorganizzazione delle azioni in tema di politiche sociali e socio-sanitarie di assistenza continuativa, portando a ridisegnare il sistema degli interventi e articolando l'offerta dei servizi tra domiciliare, semiresidenziale e residenziale il più vicino possibile ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini e delle loro famiglie […]».


Gli obiettivi della nuova programmazione

Per una lettura completa degli obiettivi del PRINA 2014 rimandiamo alla lettura del documento allegato alla DCR n. 381/2014 e per i dettagli rimandiamo alle schede del Servizio di Contact Center del Centro per l'Autonomia Umbro che a breve verranno aggiornate con le indicazioni del PRINA 2014. In questa sede, invece, ci occuperemo di alcune considerazioni di carattere generale sull'impianto complessivo del PRINA 2014.

Il documento ha, tra i propri princìpi generali, una programmazione atta ad effettuare «[…] la presa in carico della persona non autosufficiente, sulla base di una valutazione unitaria ed uniforme dei bisogni, individuando la risposta più appropriata attraverso "la formulazione di un progetto individuale finalizzato a realizzare la piena inclusione della persona nell'ambito della vita familiare e sociale, nonché, nei percorsi dell'istruzione scolastica o professionale e del lavoro" in armonia con quanto stabilito dalla normativa in vigore (L. 328/2000, LR 9/2008, DM del 7 maggio 2014 […]».

La realizzazione pratica di questa presa in carico, tuttavia, non prevede grandi cambiamenti di prassi rispetto al passato. Infatti:

  • viene confermato il modello di accesso alla rete dei servizi con le due porte di accesso che sono il Centro di Salute e l'Ufficio della Cittadinanza;
  • viene confermato che «[…] per la valutazione multidimensionale» il ruolo dell'Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) «[…] con l'obiettivo di garantire l'appropriatezza dell'intervento»;
  • l'utilizzo degli strumenti di valutazione già in essere: in particolare, la Scheda per la Valutazione Multidimensionale per Disabili (S.Va.M.Di.) per le persone adulte con disabilità e altre scale per la valutazione di persone anziane e altre ancora per quelle con menomazioni psichiatriche.

Altro obiettivo che si ricollega al precedente è la predisposizione del Programma Assistenziale Personalizzato (PAP) che dovrà essere formulato sulla base del «[…] progetto globale, ovvero integrando la valutazione con una ponderazione di tutte le risorse che possono essere messe a disposizione, sulla base del principio dell'accomodamento ragionevole […]». Una volta definito il PAP, è prevista la sottoscrizione «[…] con la persona e la relativa famiglia <del> Patto per la cura e il benessere, al fine di assicurare il coinvolgimento di una rete più ampia e la sua piena applicazione, con il quale vengono garantite e coordinate le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali, integrando servizi alla persona e al nucleo familiare con eventuali misure economiche […]».

Anche la continuità assistenziale, «[…] intesa come il sistema integrato di accompagnamento della persona non autosufficiente nelle sue diverse fasi del bisogno […]», dovrà essere concepita «[…] all'interno di un progetto personalizzato organico di presa in carico della persona, che, affrontato in maniera multidisciplinare, tenga insieme la rete integrata dei servizi non più centrata sulla prestazione […]».

I percorsi residenziali e semi-residenziali saranno sottoposti ad una rivalutazione al fine di indirizzare gli interventi verso una maggiore domiciliarità (si auspica un incremento del 20% dell'utenza potenziale) e una riconversione della residenzialità in favore della semi-residenzialità e/o verso i ricoveri di sollievo.


Le risorse

Come prevede l'articolo 13 della citata Legge Regionale n. 9/2008, il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza viene alimentato da varie fonti di finanziamento:

  • dal riparto del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza;
  • dalla parte corrente del Servizio Sanitario Regionale specificatamente destinato alla non autosufficienza;
  • dalle risorse proprie del bilancio regionale afferenti anche al Fondo Sociale Regionale (di cui alla Legge Regionale n. 26/2009);
  • da eventuali risorse di natura privata;
  • dai Comuni con risorse proprie appositamente destinate nei bilanci annuali e pluriennali.

Pur essendo un atto di programmazione, il PRINA 2014 fa riferimento alle risorse stanziate con la Legge di Stabilità del 2013 e non quelle del 2015. L'atto che stiamo commentando, infatti, oltre al fatto che è stato approvato prima della Legge di Stabilità per il 2015 (che è avvenuta il 29 dicembre 2014), fa seguito a quanto approvato da Palazzo Donini con Delibera di Giunta Regionale n. 342 del 31 marzo 2014.

Per l'anno 2014, dunque, il finanziamento del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza è stato garantito:

  • da un trasferimento statale (previsto dalla Legge di Stabilità n. 147 del 23 dicembre 2013), pari ad Euro 5.814.000,00;
  • da risorse del bilancio regionale costituite dalla quota sanitaria, pari ad Euro 2.040.713,82;
  • dalla quota sociale, pari ad Euro 2.000.000,00 («[…] è previsto il trasferimento diretto alle dodici Zone sociali di risorse finanziarie "sociali", pari ad Euro 2.000.000,00, strettamente vincolate al potenziamento dei servizi e degli interventi del welfare domiciliare e di supporto familiare, così da adempiere agli obiettivi primari dell'empowerment della persona non autosufficiente, del mantenimento della stessa presso il proprio domicilio e del sostegno alle proprie famiglie (o ai propri caregiver) nel lavoro di cura […]»).

Pertanto, le risorse complessive sono pari ad Euro 9.854.714,00.


Aree tematiche specifiche

Minori con disabilità
Rilevante sul piano della programmazione la volontà di «[…] affiancare ed eventualmente sostituire gli interventi di assistenza domiciliare con progettualità mirate e laboratori abilitativi in particolare per i disturbi del linguaggio, disturbi di apprendimento e ritardo mentale finalizzati all'empowerment delle autonomie possibile […]».

Verrà potenziata per ogni Zona Sociale e Distretto, un'offerta di semi-residenzialità per minori con disabilità rispondenti a specifici bisogni, con personale adeguatamente formato; in particolare, poi, verrà ampliata l'offerta di servizi per minori con autismo, «[…] sempre con personale formato ed in grado di lavorare sugli obiettivi definiti all'interno del PAP (da rivedere sotto il profilo della programmazione integrata con le zone sociali) […]».

L'UVM minori dovrà elaborare una risposta unitaria alla complessità attuale dei bisogni dei minori, in pieno raccordo con i Dipartimenti di salute mentale territorialmente competenti, laddove emergano situazioni che interessano menomazioni di carattere psichiatrico presenti fin dall'infanzia e dell'adolescenza.

Adulti con disabilità
La programmazione per le persone adulte con disabilità ribadisce, senza ulteriori specificazioni, l'offerta dei servizi già previsti dalla Delibera di Giunta Regionale n. 1708 del 30 novembre 2009 e successive integrazioni:

  • residenzialità;
  • semi-residenzialità;
  • assistenza domiciliare;
  • inclusione socio lavorativa.

Nel PRINA 2014, uno spazio viene dato alle cosiddette «disabilità gravissime», nella definizione che dell'Accordo di riparto del fondo nazionale per le non autosufficienze, annualità 2014, del 5 agosto 2014 avvenuto in Conferenza Unificata, il quale, all'articolo 1, comma 1, definisce tali quelle «[…] delle persone in condizione di dipendenza vitale, che necessitano a domicilio di assistenza continuativa e monitoraggio di carattere sociosanitario nelle 24 ore, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psico-fisiche, con la compromissione delle funzioni respiratorie, nutrizionali, dello stato di coscienza, privi di autonomia motoria e/o comunque bisognosi di assistenza vigile da parte di terza persona per garantirne l'integrità psico-fisica […]».

Una parte rilevante è quella prevista all'articolo 2 dello stesso Accordo che prevede che «[…] le Regioni, si impegnano ad utilizzare una quota non inferiore al 40% delle risorse economiche, […] esclusivamente per gli interventi di assistenza domiciliare, diretta e indiretta, in favore delle disabilità gravissime […]». In questo senso, il PRINA 2014 dà particolare attenzione al percorso assistenziale redatto dall'UVM, affinché attenga ad interventi sanitari e sociali che possono prevedere l'erogazione di assegni di sollievo, così da permettere il mantenimento della persona con disabilità con maggiore bisogno di sostegni all'interno del proprio domicilio.

La sperimentazione del Progetto di Vita Indipendente
Nella programmazione del PRINA 2014 non può non trovare spazio il progetto sperimentale per la vita indipendente (di cui si è detto anche in questa news in riferimento alla Delibera di Giunta Comunale di Terni n. 215 del 31 dicembre 2014).

Sebbene non sia specificato nel PRINA 2014, ricordiamo che la sperimentazione, tra gli altri scopi, ha anche quello di mettere a sistema un modello di presa in carico globale che, sulla base della valutazioni volte ad incrementare i facilitatori per raggiungere gli obiettivi di vita indipendente, possa diventare lo strumento privilegiato per garantire gli obiettivi di benessere che lo stesso PRINA 2014 - e le amministrazioni umbre - intendono perseguire a vantaggio delle persone con disabilità.

Anziani con disabilità
Per le persone anziane con disabilità riconosciute non autosufficienti, il PRINA 2014 conferma, come per le altre persone con disabilità, la domiciliarità come scelta prioritaria. In questo senso, verrà portato avanti il progetto sperimentale di supporto alla permanenza nel proprio domicilio.

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