La Manovra economica che il Parlamento sta per approvare contiene una vera e propria aggressione alle persone con disabilità. È la peggiore aggressione, nella storia repubblicana, alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Contiene disposizioni discriminanti di dubbia costituzionalità.
La Manovra eleva a 85 la percentuale di invalidità necessaria per ottenere l'assegno mensile di assistenza. Per godere dell'assegno sono previste altre due condizioni oltre a quella sanitaria: risultare inoccupati e iscritti alle liste di collocamento e non superare il limite reddituale annuale di 4.408,95 euro. Un limite molto basso, quindi. L'importo dell'assegno è di 256,67 euro mensili (importo 2010) per un totale annuo di 3.336,71 euro.
La Manovra, come emendata dal Governo, crea una illegittima disparità fra gli invalidi civili: chi ha la "fortuna" di essere affetto da una patologia singola per la quale è prevista una invalidità del 74%, avrà l'assegno mensile anche se non raggiunge l'85% di invalidità. Chi è colpito, invece, da due patologie o menomazioni, la cui somma dà l'80 per cento, non ha diritto a nulla.
La Manovra fissa nuovi criteri per ottenere l'indennità di accompagnamento che sono irraggiungibili se non ci si trova in stato vegetativo. Ci saranno dei nuovi esclusi: persone con sindrome di Down, persone che deambulano a fatica e tra mille difficoltà (amputati, poliomielitici), persone che riescono a guidare con adattamenti, probabilmente persone che lavorano, persone che riescono a vestirsi o a mangiare, ma che magari non sanno dove sono, chi sono, dove vanno.
Chiediamo
1. l'abrogazione del comma 1 dell'articolo 10 del Decreto Legge n. 78/2010 (la Manovra economica), e dei relativi emendamenti, che prevede l'innalzamento a 85 della percentuale di invalidità necessaria per ottenere l'assegno agli invalidi parziali;
2. la cancellazione o il ritiro dell'emendamento del Governo che rivede i requisiti medico-legali per la concessione dell'indennità di accompagnamento.
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