Contributi. La presa in carico della persona con disabilità: scenari e prospettive per l'Umbria
Emilio Duca
Direzione regionale Salute, coesione sociale e società della conoscenza (Regione Umbria)
Emilio Duca ha espresso i termini del problema dal punti di vista dell'istituzione che ha il 70% del proprio bilancio in ambito sanitario: ha sostenuto che il concetto di «salute» è ovviamente molto di più ampio di quello di «sanità», ma che ancora i concetti di "disabilità", "anzianità" e "salute mentale" sono visti solo in termini di assistenza. Un duro attacco, poi, ha sferrato contro la Delibera di Giunta Regionale n. 21/2005 (leggi qui il testo della Delibera) che avrebbe dovuto riordinare la materia, ma che, invece, non ha mai visto un'adeguata copertura finanziaria.
Duca, infine, afferma che il progetto globale di presa in carico è necessario perché alla persone è demandato il compito ricomporre i "pezzi" di servizi che dovrebbero offrire le risposte ai loro bisogni, ma che l'integrazione socio-sanitaria - auspicata da tutti e da sempre, ma mai realizzata - non è un obiettivo in sé ma uno strumento per raggiungere gli obiettivi delle persone con disabilità.
Alfio Todini
Rappresentante ANCI Umbria (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
Alfio Todini ha precisato che non è corretto partire solo dal problema delle risorse, senza comprendere qual è il tema in oggetto. Si domanda, quindi, se la politica e le Istituzioni abbiano compreso, ad esempio, il tema della presa in carico globale. Todini, teme un passaggio di pensiero: dal diritto di cittadinanza a quello di "cura del malato"; e questo, spiega, deriva da un'esasperazione della sanitarizzazione della disabilità.
Auspica, quindi, di ripensare completamente ad un modello di presa in carico, anziché continuare ad adoperare il modello vecchio, ma decurtato di risorse. Conclude l'intervento con tre princìpi: meno istituzionalizzazione, maggiore protagonismo e maggiore innovazione.