(24 luglio 2013) In piena contraddizione con il Programma biennale sulla disabilità, approvato dal Governo e presentato ufficialmente alla Conferenza Nazionale di Bologna non più tardi di dieci giorni fa che assume come criterio regolatore nel supporto alla domiciliarità e alla residenzialità i principi della Convenzione ONU per cui le persone con disabilità non possono essere obbligate a vivere in una particolare sistemazione, la Regione Marche ha ridefinito gli standard di personale nei servizi per la salute mentale, anziani non autosufficienti, persone con demenza e disabili, auspicando l'aumento della capacità ricettiva e la coesistenza all'interno della stessa struttura di servizi rivolti a diverse tipologie di utenti (salute mentale, disabili, anziani).
"Nella delibera con cui, nei giorni scorsi, la Regione Marche ha ridefinito gli standard di personale nei servizi per la salute mentale, anziani non autosufficienti, persone con demenza e disabili, ha disposto anche che ogni residenza non deve ospitare meno di 20 persone. Si prevede l'accorpamento con altri moduli così che ogni struttura abbia una capacità recettiva non inferiore a 40-60 posti. Si auspica, nello stesso atto, la coesistenza all'interno della stessa struttura di servizi rivolti a diverse tipologie di utenti (salute mentale, disabili, anziani).
Una pietra tombale sulle esperienze di case famiglia, di piccole comunità e di gruppi-appartamento. Un ritorno alla logica degli istituti che si riteneva conclusa da anni. Ma non è tutto.
"La decisione della Regione Marche lascia basiti per l'evidente violazione dei principi più elementari della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che tra l'altro è stata ratificata nel 2009, ed in particolare dell'articolo 19 su vita indipendente ed inclusione nella società. - commenta Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap - Si tratta di un diritto umano: alle persone con disabilità deve essere garantita la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione."
La Delibera della Regione Marche costringerà di fatto le persone con disabilità a scegliere forzatamente la via degli istituti.
"La Delibera è in piena contraddizione anche con il Programma biennale sulla disabilità, approvato dal Governo e presentato ufficialmente alla Conferenza Nazionale di Bologna non più tardi di dieci giorni fa. - prosegue Barbieri - Quel Programma assume come criterio regolatore nel supporto alla domiciliarità e alla residenzialità proprio i principi della Convenzione ONU: le persone con disabilità non possono essere obbligate a vivere in una particolare sistemazione. Sul Programma, a Bologna, ha espresso, con apprezzate parole, piena adesione lo stesso Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani. Ma, a quanto pare, quelle parole, il Programma biennale, la Convenzione ONU, la legge di ratifica, non hanno alcun valore per la Regione Marche. E questo è molto grave!"
Mentre sono in corso valutazioni legali per ricorrere contro la Deliberazione delle Marche per violazione della Convenzione ONU, la FISH ha predisposto una segnalazione, caldeggiando un intervento di censura, al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali oltre che all'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità."
24 luglio 2013
FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap
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