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Il Governo toglie l'IMU e il Comune di Terni si ritrova con 9 milioni in meno e (forse) con le attività in acqua sul bilancio

Pubblicato il 29/08/2013 - Letto 3286 volte
L'eliminazione dell'IMU, senza ulteriori altre integrazioni, porta il Comune di Terni a vedersi ridurre le risorse di 9 milioni di Euro. Questo potrebbe mettere a repentaglio l'erogazione dei servizi, anche se il Sindaco Leopoldo Di Girolamo ha rassicurato in merito alla stabilizzazione delle tariffe di quelli a domanda individuale. C'è poi l'incognita delle attività in acqua svolte dai minori con disabilità che dovrebbero ripartire a settembre, ma che, per ora, hanno subìto uno «stop!» da parte della ASL che non intende più finanziarle perché non rientrante nei LEA. La palla vorrebbero passarla al Comune, ma ce la farà?

Settembre è il mese in cui ricominciano molte cose: la scuola, i programmi televisivi, il campionato di calcio e anche i problemi di bilancio e di stabilità dei servizi alla persona.

Ad esempio, ci viene da domandare: chissà se quest'anno per le ragazze e i ragazzi con disabilità di questa città potranno riprendere le attività in acqua che normalmente vengono effettuate durante l'anno come integrazione o sostituzione delle ordinarie attività di riabilitazione effettuate presso la Neuropsichiatria Infantile e dell'Età Evolutiva?

È la domanda che, in questi giorni, si stanno ponendo anche i genitori dei suddetti ragazzi che sono preoccupati da voci, smentite, conferme e altro rispetto alla sostenibilità economica di tali attività dal momento che - hanno detto loro dai corridoi della Neuropsichiatria Infantile - non rientrerebbero nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e che, quindi, non possono essere più pagate dalla ASL come attività di carattere sanitario.

La palla - sempre secondo le voci di corridoio - passerebbe al Comune, dal momento che - si sostiene - queste attività potrebbero essere considerate come attività di carattere sociale e, quindi, a carico del bilancio comunale.

Ma la questione è un po' più complessa. Quello che è certo è che la Regione Umbria, già dal 2002, si è espressa a favore dell'inclusione delle attività in acqua tra le attività che possono essere prescritte se destinate ad un minorenne e se adeguatamente motivate nel progetto riabilitativo dello stesso (per questo aspetto, leggi il focus). Ma tutto è possibile e, a giorni, la ASL - dopo essersi riunita con il Comune - dovrebbe dare risposte in merito.

Il problema è complesso, perché il Comune di Terni, non più tardi di ieri, si è trovato - come un po' tutti i Comuni d'Italia - con un improvviso "buco" nel bilancio di previsione. La decisione in extremis del Governo Letta di eliminare la seconda rata dell'IMU (Imposta Municipale Unica), se, da un lato, ha fatto rallegrare alcuni italiani (altri, in verità, già sospettano che quello che è stato tolto da un lato verrà richiesto dall'altro), dall'altro, ha sicuramente preoccupato la consistenza dei bilanci delle varie Amministrazioni comunali italiane tra cui quella di Terni.

L'Amministrazione Di Girolamo, infatti, aveva appena rimodulato le aliquote da pagare nelle rate del 2013, e aveva previsto entrate registrate per un ammontare di circa 96 milioni e 700 mila euro, mentre ora l'eliminazione dell'IMU, «senza ulteriori integrazioni - ha spiegato ieri il Vicesindaco Libero Paci -, causerebbe alle casse comunali un buco di bilancio di 9 milioni di euro» [fonte: «Tagliate le spese e tariffe bloccate. L'incognita IMU inguaia il Palazzo», pubblicato su La Nazione il 29 agosto 2013].

In ogni caso, l'intenzione della Giunta comunale è quella di salvaguardare le tariffe dei servizi a domanda individuale (rette, trasporti, mensa, trasporti per i centri socio-educativo, assistenza domiciliare e servizi vari), che sono invariate dal 2001, e dei tributi locali.

Ora la parola passa al Consiglio Comunale che dovrà approvare il bilancio di previsione e vedremo cosa accadrà.

Tornando al problema con cui abbiamo aperto, anche qualora si ritenesse giusto che il Comune debba pagare la quota parte di tali attività (ma qualche dubbio in proposito viene leggendo il focus di cui sopra), è possibile ipotizzare che se già era difficile per il Comune farsi carico delle spese per garantire lo svolgimento delle attività in acqua prima dell'eliminazione dell'IMU (in cui comunque il Comune vedeva una riduzione economica di 4,5 milioni di euro), ora, con questo ulteriore aggravio, la cosa tende ad essere rasente all'impossibile.

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