Parlare di turismo per tutti dovrebbe essere una cosa ovvia: nessuno deve venire escluso dalla partecipazione alla vita culturale e ricreativa e agli svaghi e al tempo libero. Se da un lato, a livello ministeriale, il recente "Libro Bianco sul turismo per tutti" arriva a fare il punto di un lavoro di conquiste progressive in questo ambito, dall'altro, a livello regionale, con la pubblicazione del Piano di Marketing Strategico per il Turismo (2014-2016), l'interesse specifico per una clientela turistica con particolari esigenze non emerge. Sarà dato per scontato o è l'ennesima dimenticanza?
È tempo di vacanze, è tempo di turismo. In Umbria, sarà mai tempo di turismo per tutti, ossia di "turismo accessibile"?
Seguendo la definizione di "turismo accessibile" che offre il primo Libro Bianco sul turismo per tutti «Accessibile è meglio» [link a sito esterno], pubblicato nel 2013 dalla Struttura di Missione per il Rilancio dell'Immagine dell'Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, «per "Turismo Accessibile" si intende l'insieme di servizi e strutture che consentono a "clienti con bisogni speciali" di fruire della vacanza e del tempo libero in modo appagante, senza ostacoli né difficoltà, e quindi in condizioni di autonomia, sicurezza, comfort».
Se è vero che le "esigenze" di questi clienti possono definirsi "speciali", è altrettanto vero che il diritto alla partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport - ossia alle attività turistiche, sportive e ricreative - è un diritto umano valido per tutti (sancito, tra l'altro, anche dall'articolo 30 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006 e ratificata dall'Italia nel 2009).
Tra l'altro è bene precisare che i fruitori del "turismo accessibile" non si limita alle sole persone con disabilità, ma include il più ampio e generico mondo di esigenze che possono essere rappresentati dalle persone: il turismo è "accessibile", ad esempio, se tiene conto che esistono persone che hanno allergie o intolleranze verso alcuni alimenti, oppure che debbono seguire un regime alimentare iposodico o dietetico; è "accessibile", ancora, se tiene conto che alcune persone possono stancarsi nel camminare a lungo (a causa di specifiche patologie o più semplicemente per motivi legati all'età); è "accessibile", infine, se tiene conto delle esigenze delle bambine e dei bambini, delle persone anziane, dei genitori che spingono i passeggini dei figli e tanto altro ancora.
In altre parole, "turismo accessibile" si traduce nel «saper coniugare le ragioni dell'impresa turistica con la capacità di rispondere ad una domanda di "ospitalità" che richiede attenzioni, dialogo, conoscenze tecniche».
La Regione Umbria, il Comune di Terni e il Piano di Marketing Strategico per il Turismo
All'inizio di luglio, la Regione Umbria ha invitato i Comuni alla presentazione del Piano di Marketing Strategico per il Turismo (2014-2016) ed il Piano per la Comunicazione Turistica On Line, documenti molto articolati in cui si definiscono gli assi portanti del posizionamento turistico dell'Umbria in termini di sostenibilità, innovazione e creatività.
Entrambi i documenti, poi, sono stati approvati alla fine di luglio anche dalla Giunta Comunale ternana, con Deliberazione n. 12 del 24 luglio 2014 (alla quale sono allegati i due piani).
I due piani fanno riferimento al Testo Unico sul Turismo (di cui alla Legge Regionale n. 13 del 12 luglio 2013) e ad una serie di altre deliberazioni della Giunta di Palazzo Donini che hanno offerto le linee guida per la loro realizzazione.
Per capire l'importanza strategica di questi due piani, si leggano le parole contenute della DGC n. 12/2014: «i piani, per come affrontano nei dettagli gli aspetti salienti del marketing, promozione e comunicazione del turismo, si configurano come una sorta di magna charta regionale alla quale ispirarsi e nella quale porre le proprie esigenze strategiche di promozione, marketing e comunicazione turistica con l'intento di coordinare la proprie azioni di sviluppo in sintonia con del sistema regionale nel suo complesso».
Per venire ai temi che ci interessano, i piani sembrano puntare molto sulla qualità dell'accoglienza offerta dalle strutture ricettive: nel testo, infatti, si riporta l'assegnazione all'Umbria del premio "Trivago online reputation award 2014", come migliore regione italiana per ospitalità alberghiera sulla base delle recensioni ottenute dalle sue strutture ricettive nell'arco dell'anno passato da parte degli utenti in rete.
Così come sembra essere centrale la capacità «della destinazione di soddisfare una molteplicità di motivazioni di vacanza, con il turista che può costruirsi una esperienza di soggiorno personalizzata ed originale. L'Umbria può essere già oggi estremamente competitiva su un vasto numero di turismi: turismi attivi, ecoturismo, turismi collegati all'enogastronomia, turismi culturali, sportivi, ecc.».
Inclusione: un concetto troppo ovvio e scontato?
Tra i tanti obiettivi strategici che i piani si pongono, il concetto di inclusione non è presente, ossia l'idea di un turismo che tenga conto delle esigenze di tutti non è menzionato affatto.
Ora, per una regione come l'Umbria che, ormai da tempo e con notevole slancio, ha fatto propri i princìpi della Convenzione dell'ONU del 2006 (si veda la DGR n. 593 del 4 dicembre 2008), si è tentati di pensare che sia naturale considerare l'inclusione come un fatto ordinario, trasversale e, quindi, connaturato in ogni azione del Piano di Marketing Strategico per il Turismo.
Ci si domanda, quindi, se questo potrebbe essere il motivo per cui non si fa alcun cenno specifico a temi oggettivamente "datati", quali quelli legati alla condizione di disabilità di alcuni turisti, dovuta all'interazione negativa tra le loro caratteristiche di salute e fattori ambientali ostili.
Se così fosse, si potrebbe parlare di un rivoluzionario cambiamento di prospettiva: alla disabilità non vengono dedicate attenzioni "speciali", in quanto essa è insita nella visione globale delle strategie turistiche e, per questo, virtuosamente invisibile in quanto parte del tutto.
Ma qualche dubbio, rispetto a questa ipotesi decisamente ottimistica, nasce spontaneo. Andando ad analizzare come il Piano di Marketing definisce i soggetti beneficiari dell'articolazione del sistema turistico, notiamo un unico elenco di quelli che vengono definiti gli stakeholder, ossia i "portatori di interesse": «turisti, istituzioni di vari livelli (comuni, unioni di comuni, regione con i rispettivi assessorati ed eventuali articolazioni), operatori turistici (locali e non eventualmente associati/consorziati), operatori dei media (on/off line), popolazione residente (con eventuali associazioni territoriali quali pro loco, comitati etc.) ed altri ancora».
In questo elenco, a nostro avviso, manca una distinzione puntuale tra i "portatori di interesse" - quelli che hanno un interesse economico nel proporre servizi turistici e ricettivi - e i "titolari di diritti", ossia quelli che hanno il diritto alla partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport, a prescindere dalle loro caratteristiche di salute o esigenze specifiche.
Altro elemento che porta ad abbandonare la visione ottimistica di cui sopra e una vistosa omissione nel Piano di Marketing Strategico c'è: nell'analisi dei punti di forza e di debolezza pubblicata nello stesso piano a pagina 19, tra questi ultimi si omette di riportare il non esaltante livello della qualità inclusiva dell'offerta turistica Umbra, di conseguenza non stupisce che la crescente competitività di altre realtà, forse con un brand più debole ma sempre più attrezzate ad accogliere quella fetta di mercato sensibile al turismo per tutti, poi non venga considerata nemmeno tra le minacce.
D'altronde, anche nel Testo Unico sul Turismo, l'unico interesse alle persone con disabilità si limita al mero rispetto dei requisiti strutturali dei locali di ricezione turistica previsti dalle normative sull'abbattimento delle barriere architettoniche (si vedano a questo proposito gli articoli 2 e 66 e tabella pagina 93).
C'è ancora tempo per fare bene
Ciò che realmente fa sperare è quanto viene detto a pagina 28 del Piano di Marketing Strategico: «è logico che la sua attuazione dovrà attivare una serie di progetti di dettaglio […]:
- profilazione utenti;
- definizione indicatori rilevanti per gli utenti;
- definizione metriche associate agli indicatori;
- definizione fonti dati necessari per calcolare gli indicatori.
Per arrivare a questo dettaglio è necessario un lavoro complesso che potrebbe richiedere la strutturazione di agili focus group di potenziali utenti, la conoscenza dei budget a disposizione per acquistare i dati prodotti da fonti terze, la conoscenza del modello organizzativo dell'Osservatorio e delle risorse umane ad esso applicate».
C'è, quindi, ancora un ampio margine per fare "le cose giuste", laddove si sappia mettere in campo azioni adottando un approccio che sia, da un lato, prescrittivo, ossia che preveda che le azioni debbano necessariamente rispettare il divieto di discriminare e quindi l'obbligo di garantire i diritti fondamentali di tutti e, dall'altro, prestazionale, soprattutto in riferimento alla capacità di riconoscere e dare risposte qualificate alle esigenze e alle aspettative dei clienti con disabilita.
Questa potrebbe essere una condizione essenziale per poter realizzare una strategia di investimento in grado di aumentare la capacità di attrarre i turisti con esigenze specifiche (ed in particolare quelli con disabilità) nella nostra regione.
Infine, dal momento che viene prevista un'azione importante da parte dell'Osservatorio regionale sul turismo dell'Umbria, al fine di potenziarne la capacità di essere strumento a supporto della programmazione turistica, sarebbe quantomeno auspicabile che si avvii un confronto strutturato con il corrispondente Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità.