Dopo la denuncia pubblicata su un quotidiano locale effettuata dal giudice Maurizio Santoloci, diverse sono state le reazioni anche da parte delle Associazioni delle persone con disabilità e loro familiari. La FISH Umbria ONLUS rinnova l'invito ad affrontare le questioni con delle proposte coerenti e realizzabili all'interno di un quadro che permetta l'esigibilità del diritto all'accessibilità e alla mobilità delle persone con disabilità.
In queste pagine non può mancare un commento sulla questione che sta riempiendo i quotidiani di Terni in questi giorni: la denuncia del giudice Maurizio Santoloci che, nei giorni scorsi, ha pubblicato un lungo articolo in merito all'abuso del contrassegno per la sosta e la fermata delle auto in cui è presente una persona con disabilità all'interno degli appositi parcheggi: secondo l'analisi effettuata da Santoloci, la maggior parte delle volte il contrassegno sarebbe adoperato senza che il titolare sia presente, oppure sarebbe un modo per poter parcheggiare in punti dove sarebbe vietato, oltreché pericoloso.
La questione, in verità, non è nuova e le associazioni che promuovono e tutelano i diritti delle persone con disabilità sono anni che lottano contro questo fenomeno di inciviltà. In particolare, i problemi maggiori che tale inciviltà automobilistica comporta sono sostanzialmente due:
- occupazione abusiva del parcheggi riservati per le persone con disabilità;
- occupazione con l'auto di parte o di tutto lo spazio dedicato agli scivoli sui marciapiedi (generalmente collocati in prossimità di un attraversamento pedonale) che permettono l'accesso alle persone in carrozzina e a tutti e tutte coloro che necessitano di una rampa per evitare il gradino del marciapiede.
Se si pensa che questi abusi limitano la partecipazione ai contesti di vita delle persone con disabilità, non si può che appoggiare qualsiasi iniziativa che elimini a monte e radicalmente questo problema. Intervistato da Il Messaggero lo scorso 12 ottobre, Andrea Tonucci - vice presidente della FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - riconosce che la segnalazione di atti di inciviltà da una persona autorevole come il giudice Santoloci sia una risorsa importante per contribuire al perseguimento dei diritti delle persone con disabilità, ma allo stesso tempo evidenzia come le proposte per evitare che questi episodi avvengano, debbano essere inquadrate all'interno di un quadro di interventi che abbia una coerenza complessiva nell'ambito del diritto alla mobilità e all'accessibilità delle persone con disabilità.
È da ricordare, infine, che, come riporta un articolo pubblicato il 16 ottobre su La Nazione, dall'inizio del 2015 sono circa 210 le contravvenzioni che sono state fatte ai danni di coloro che hanno abusato del permesso o hanno parcheggiato impunemente in posti riservati. Una cifra che rappresenta circa il 12% delle infrazioni generali effettuate.