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Piano sociale regionale: presentata la proposta della Regione

Pubblicato il 7/11/2015 - Letto 2727 volte
Venerdì 30 ottobre 2015, presso la Scuola "Villa Umbra" (Perugia), è stata presentata la proposta del nuovo Piano Sociale Regionale, che avrà durata triennale. L'incontro, voluto dall'Assessore regionale Barberini, ha permesso la presentazione della proposta regionale a tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, nel sociale e ha dato modo di iniziare un percorso partecipato di confronto che porterà, a dicembre, all'adozione del nuovo Piano da parte della Giunta Regionale.

Venerdì 30 ottobre, è stata organizzata una giornata formativa e di confronto sulla proposta del nuovo Piano Sociale Regionale [file pdf], pre-adottato dalla Giunta il 27 ottobre 2015. L'Assessore regionale alla Coesione Sociale e al Welfare, Luca Barberini, ha presentato la proposta del nuovo Piano Sociale Regionale a tutti i soggetti coinvolti nella formulazione e nell'attuazione dei programmi e delle politiche sociali. Come ribadito dallo stesso Assessore Barberini, la Regione Umbria ha l'obiettivo di adottare entro l'anno il nuovo Piano Sociale (come avevamo già anticipato in questo articolo), dopo aver coinvolto i diversi stakeholders ed aver ricevuto i pareri e le proposte necessarie per "implementare" quanto già proposto in questa versione pre-adottata del Piano.

Alla giornata di presentazione, infatti, erano presenti gli Amministratori e le Amministratrici dei Comuni della Regione, i/le rappresentanti delle Associazioni e del Terzo Settore, i/le dirigenti e gli operatori e le operatrici delle dodici Zone Sociali della Regione Umbria che, dopo l'illustrazione della proposta del nuovo Piano, si sono potuti confrontare sui contenuti, dividendosi in diversi gruppi di lavoro, secondo le "azioni tematiche" previste dal nuovo Piano (governance, giovani, contrasto alla povertà, migranti, famiglie, persone anziane, persone con disabilità e persone non autosufficienti, terzo settore e imprese sociali). Anche la FISH Umbria ONLUS ha partecipato alla presentazione della proposta del Nuovo Piano Sociale, unendosi al tavolo di confronto dedicato a "disabilità e non autosufficienza".

Nella proposta del nuovo Piano Sociale Regionale, per l'area tematica "Disabilità: partecipazione e inclusione sociale", viene evidenziato che "le politiche sociali per l'inclusione sociale delle persone con disabilità devono prevedere […] un modello organizzativo intersettoriale e una offerta di servizi diversificata, ancorata ai luoghi e ai tempi di vita, aperta a tutta la comunità locale a partire dai quattro pilastri fondamentali della salute, della formazione, del lavoro e della cittadinanza attiva". Inoltre, nella proposta del nuovo Piano, si fa riferimento all'importanza di un approccio culturale alla disabilità che promuova la tutela dei diritti umani.

Sul campo "operativo" viene concentrata l'attenzione sull'importanza dell'elaborazione dei Progetti di Vita delle persone con disabilità grazie ad una presa in carico complessiva che - come si legge nel Piano - "costituisce l'elemento fondamentale per la definizione e la realizzazione di efficaci progetti d'intervento".

Le azioni prioritarie della Regione - come si legge dalla proposta - riguardano sia gli interventi ed i servizi che, nel corso del tempo, si sono consolidati, sia i progetti sperimentali che hanno permesso e permettono di innovare in questo campo; si parla dunque di:

  • riorganizzare la rete dei servizi e delle risorse del territorio per sostenere la domiciliarità;
  • riconvertire la domiciliarità;
  • potenziare i progetti di autonomia e d'inserimento lavorativo;
  • potenziare gli interventi volti all'empowerment delle competenze delle persone (in particolare, i Servizi di Accompagnamento al Lavoro);
  • costruire progetti individualizzati;
  • sperimentare forme più leggere di "semiresidenzialità di prossimità";
  • mantenere la rete dei Centri Diurni, come dal nuovo Piano Regionale Integrato per la Non Autosufficienza (Delibera del Consiglio Regionale n. 381 del 9 dicembre 2014);
  • implementare il servizio "Dopo Di Noi" con possibili periodi di ricovero "di sollievo";
  • avviare progetti per la promozione del diritto alla Vita Indipendente e la sperimentazione di modelli di finanziamento ad esso dedicati;
  • implementare un portale web per la comunicazione;
  • sperimentare percorsi che promuovano l'auto-imprenditorialità.

Per quanto riguarda la "non autosufficienza" le strategie operative che sono state individuate nella proposta del nuovo Piano, riguardano le due azioni sperimentali per cui la Regione Umbria ha già individuato delle risorse ad hoc. In particolare, il progetto di sperimentazione sulla "Vita Indipendente" volto alla realizzazione del Progetto di Vita delle persone con disabilità ed il progetto sperimentale di supporto alla permanenza nel proprio domicilio delle persone anziane non autosufficienti al fine di ridurne l'inserimento in strutture residenziali.

Per quanto riguarda la sperimentazione sulla Vita Indipendente, ricordiamo la prima esperienza regionale che ha visto il coinvolgimento della Zona Sociale n. 10 dell'Umbria (con Terni come Comune capofila) e che ha preso l'avvio nel corso dell'ultimo anno. Al termine di questa prima esperienza, anche altre Zone Sociali della Regione potranno intraprendere questo percorso e, in questo senso, ci auspichiamo che il Piano Sociale Regionale possa costituire lo strumento programmatico che permetta di individuare un percorso univoco sulla Vita Indipendente, in tutta la Regione, e che porti - di fatto - a garantirne il pieno godimento da parte delle persone con disabilità.

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