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Comunicato FISH. Legge sul "dopo di noi": perplessità da FISH

Pubblicato il 6/02/2016 - Letto 2232 volte
(1 febbraio 2016) Pur premettendo un sostanziale apprezzamento per gli sforzi fatti dalla Commissione Affari Sociali per giungere ad un testo unificato e soddisfazione per il fatto che finalmente dopo decenni di attesa è stata approvata una proposta di legge sul 'dopo di noi', ci si attendeva una norma che contrastasse più chiaramente l'istituzionalizzazione e la segregazione delle persone con disabilità e che, recependo la visione della disabilità come effetto delle carenze di una società che non si struttura a misura di tutti (come sancito dalla Convenzione ONU), determinasse un ripensamento delle politiche e dei servizi.

"La Camera ha approvato oggi la proposta di legge sul ‘dopo di noi'. Va accolto e apprezzato lo sforzo della Commissione Affari Sociali di giungere ad un testo unificato di varie proposte e di correggere le distorsioni più palesi presenti nelle prime stesure. Va riconosciuto che, dopo decenni di silenzio, il Legislatore ponga come significativa quella che è una evidente emergenza: la solitudine di molte famiglie e la loro motivata ansia per la sorte dei loro congiunti con disabilità."

Questa la premessa di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, al testo approvato a larga maggioranza dalla Camera e che ora passa all'esame del Senato.

"Ci auguriamo che in Senato ci possa essere una correzione degli elementi che in questo testo non convincono e innescano, al contrario, molti dubbi." - prosegue Vincenzo Falabella - "Ci aspettavamo una norma che contrastasse in modo deciso l'istituzionalizzazione delle persone con disabilità, impedendo il riprodursi di istituti e residenze segreganti. Chiedevamo che fosse prevista e programmata una progressiva deistituzionalizzazione delle persone che oggi vivono recluse in queste strutture. Confidavamo in un organico ripensamento delle politiche e dei servizi mirati a consentire alle persone di vivere dignitosamente nelle loro collettività, nei loro territori, obiettivo ambizioso ma ineludibile. Si delinea, invece, al massimo un fragile obiettivo di servizio, che le Regioni potranno o meno assumere, non certo bilanciato dal divieto di finanziamento di qualsiasi struttura segregante presente o futura né garantito come livello essenziale di assistenza. Anche sulla reale operatività ci sarebbe - comunque vada - moltissimo su cui vigilare."

"Lo stesso strumento del trust è una soluzione per pochi. Nel testo sarebbe stato invece opportuno rafforzare strumenti civilistici già esistenti e alla portata di una platea ben più ampia di beneficiari. E di proposte su tale specifica opportunità ce n'erano, ma sono rimaste lettera morta."

"E da ultimo un appunto lo merita anche il linguaggio adottato già ad iniziare dal titolo: persone ‘affette' da disabilità. Tradisce un pregiudizio stigmatizzato dalla stessa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. La disabilità non è una patologia, ma deriva soprattutto da politiche omissive, da servizi carenti, da una società non a misura di tutti."

Giudizio, quindi, dubitativo da parte della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap che verosimilmente riproporrà emendamenti correttivi nel corso della lettura al Senato.

(4 febbraio 2016)


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