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Barberini presenta il nuovo "assegno di cura" per persone con malattie rare o in condizione di dipendenza vitale

Pubblicato il 8/05/2017 - Letto 2444 volte
È partita il 1° maggio 2017 e durerà fino al 30 aprile 2018 la sperimentazione in Umbria del nuovo "assegno di cura" di 1.200 euro, per garantire la domiciliarità di persone con disabilità in condizione di non autosufficienza, con gravissime patologie associate a malattia rara e in condizione di dipendenza vitale.

Con Delibera di Giunta Regionale dell'Umbria n. 454 del 21 aprile 2017, su proposta dell'assessore regionale Luca Barberini (Salute, Coesione sociale e Welfare), è partita la sperimentazione dell'erogazione di un assegno di cura mensile di 1.200 euro per potenziare l'assistenza domiciliare in favore di persone con disabilità, con gravissime patologie associate a malattia rara.

Da non confondere con l'"assegno di sollievo" (di cui si è detto in questo articolo e che è riportato anche nel Piano Sociale Regionale), il nuovo assegno di cura è destinato a sostenere le funzioni di assistenza svolte da familiari (e da altre figure non specificate) nei confronti di persone con disabilità in condizione di non autosufficienza, con patologie rare, in condizione di dipendenza vitale.

Secondo quanto stabilito dalla Giunta regionale, possono accedere all'assegno di cura persone residenti in Umbria con gravissime patologie, dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa, persone con gravissima compromissione motoria causata da patologia neurologica o muscolare e persone in condizioni di dipendenza vitale, che necessitino di assistenza continuativa e di monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psico-fisiche.

Come si legge nella DGR n. 454/2017, per "persone in condizione di disabilità gravissima", si intendono le persone beneficiarie dell'indennità di accompagnamento, e per le quali sia verificata almeno una delle seguenti condizioni riferibili solo ed esclusivamente alle lettere b), e), ed h) dell'articolo 3 del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 26 settembre 2016 [link a sito esterno]:

  • lettera (b) persone dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa (24/7);
  • lettera (e) persone con gravissima compromissione motoria da patologia neurologica o muscolare con bilancio muscolare complessivo ≤ 1 ai 4 arti alla scala Medical Research Council (MRC), o con punteggio alla Expanded Disability Status Scale (EDSS) ≥ 9, o in stadio 5 di Hoehn e Yahr mod;
  • lettera (h) ogni altra persona in condizione di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche.

La sua erogazione è subordinata alla valutazione effettuata dall'Unità Multidisciplinare di Valutazione Disabili (UMVD) del Distretto socio-sanitario di competenza e alla predisposizione di un Programma Assistenziale Personalizzato (PAP), nonché alla relativa stipula del Patto per la cura e per il benessere.

L'assegno di cura non prevede limiti di reddito, né di età, ma sono escluse dal beneficio economico le persone ospiti in strutture residenziali o semi-residenziali di qualsiasi tipo.

Il nuovo assegno di cura è un intervento sperimentale che ha preso il via lo scorso 1° maggio 2017 ed è attualmente in vigore per tutto il 2019. Esso ricade tra le azioni per l'assistenza domiciliare finanziate con il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, con risorse a carico della parte sanitaria.

L'obiettivo di Palazzo Donini è garantire un'assistenza di qualità, salvaguardando il mantenimento della persona nel proprio ambiente di vita, valorizzando la risorsa rappresentata dalla famiglia. «Si tratta - spiega l'assessore Barberini - di un ulteriore tassello dell'attenzione del sistema socio-sanitario umbro verso chi si trova in situazioni di maggiore difficoltà e di un modo per essere vicini non solo alle persone malate ma anche alle loro famiglie, che si fanno carico di curarle quotidianamente a casa, in situazioni molto complesse sia dal punto di vista clinico, sia dell'assistenza».

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