Approfittiamo delle riflessioni e dei commenti delle due Federazioni Nazionali sul cosiddetto "Decreto Rilancio" per rilanciare alcune delle tematiche più importanti per cui da tempo la FISH Umbria (Federazione Italiana Superamento Handicap) si impegna.
Fish e Fand, le due Federazioni maggiormente rappresentative delle organizzazioni delle persone con disabilità hanno commentato in una nota i contenuti del cosiddetto "Decreto Rilancio",(Decreto Legge 34/20); da una parte le due Federazioni hanno apprezzato le risorse aggiuntive destinate ad alcuni fondi , dall'altra hanno espresso forti perplessità riguardanti soprattutto il settore del lavoro e la mancata attenzione ai caregiver familiari. (Vedi la News qui )
I Presidenti delle due Federazioni, Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, esprimono apprezzamento innanzitutto per lo sforzo nell'aumentare la dotazione del Fondo Non Autosufficienza per il 2020, con 90 milioni in più, 20 dei quali da riservare ai progetti di vita indipendente: «È positivo inoltre - dichiarano poi - che proprio all'ultimo sia stato rimosso il vincolo legato alle "disabilità gravissime", divisivo e improprio». «Lascia tuttavia l'amaro in bocca - aggiungono - il mancato formale riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari. Alcune organizzazioni, infatti, avevano espresso legittime e condivisibili richieste, anche quelle non recepite, cosicché il carico assistenziale, già greve in precedenza, è ancora più forte sulle famiglie in questa fase di emergenza che ha visto lo stop di molti servizi essenziali».
Dato che in materia di FNA ( Fondo Nazionale per Non Autosufficienza) si parla di 90 milioni di euro aggiuntivi indichiamo che in Umbria già nel mese di gennaio la FISH Umbria aveva richiesto un confronto con le Istituzioni Regionali. Il Direttivo FISH ha incontrato nel mese di febbraio il Presidente e Il Vicepresidente dell'Assemblea legislativa Umbria e nel mese di marzo la III Commissione Consigliare permanente per un confronto sulle politiche e sugli interventi a tutela dei diritti delle Persone con disabilità e delle loro famiglie (Vedi la News qui ). Durante gli incontri la FISH Umbria ha evidenziato la necessità da parte della Regione Umbria, di operare secondo criteri di trasparenza, equità, appropriatezza e sostenibilità per riuscire a superare l'attuale sistema di welfare che deve essere concentrato, più che sulla gestione di misure per l'attivazione di prestazioni, sulla produzione di quante più possibili specifiche combinazioni di sostegni alla persona in base alle caratteristiche ed esigenze di ognuno.
Le associazioni hanno chiesto inoltre di adottare le direttive previste nel Piano Nazionale per la Non Autosufficienza e di riparto del Fondo per la Non Autosufficienza del triennio 2019-2021, pubblicato in gazzetta ufficiale del 4 febbraio u.s. La Fish Umbria sollecitava specifica attenzione agli elementi richiesti e alle indicazioni fornite per l' ATTO DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE 2019-2021, come indicato nell'allegato B del Decreto. Le associazioni chiedevano di essere chiamate in causa nel momento della elaborazione delle proposte politiche e che si distingua il ruolo di chi, nella non autosufficienza, è titolare di diritti, ovvero le famiglie e le persone con disabilità, e di chi è portatore di interessi.
Un'altra richiesta urgente è stata la necessità di avviare entro il 2020 l'iter dell'approvazione della Legge regionale sulla Vita Indipendente che consenta di ricomprendere la possibilità di riallocare tutte le vecchie e nuove risorse destinate agli interventi e alle prestazioni in un unico "Budget di progetto" per ciascun progetto personalizzato di Vita Indipendente/Dopo di Noi, affinché ad ognuno sia garantita l'opportunità di fissare obiettivi di vita sulla base dei quali scegliere liberamente i sostegni da attivare.
Sottolineammo che sono stati aggiunti alla dotazione del Fondo Non Autosufficienza per il 2020, dei quali 20 milioni da riservare ai progetti di Vita Indipendente, probabilmente all'Umbria arriverà intorno a 2 milioni di euro aggiuntivi per il FNA.
La Fish Umbria chiede che le risorse non vengano più destinate per alimentare un sistema fondato sulle prestazioni ma per avviare un welfare fondato sul riconoscimento dei progetti di vita, sull'appropriatezza degli interventi, sulla libertà di scelta attraverso il budget di progetto (quanti e quali risorse destinare alle prestazioni).
Ricordiamo che l'Assessore alla Salute e Politiche Sociali della Regione Umbria è stato destinatario di ben quattro richieste di incontro da parte della FISH Umbria di cui una relativa al FNA, due richieste che non hanno ricevuto ancora risposte relative all'attivazione l'Unità Speciale prevista dal decreto "Cura Italia" e a specifici interventi per garantire i diritti delle persone con disabilità, (Vedi la News qui qui) e la quarta richiesta che non ha ricevuto ancora risposta relativa al confronto per la riattivazione dei servizi nella Fase 2 (Vedi la News qui ).
La Federazione da anni - e in maniera sempre più decisa - suggerisce proposte per una seria riorganizzazione del welfare, a tutt'oggi inascoltate, considerando inammissibile che siano sempre le persone più a rischio emarginazione e le loro famiglie a pagare il prezzo della crisi economico-finanziaria.
Un nuovo modello delle politiche sociali è possibile, e si possono leggere qui le proposte; manca però la volontà politica di metterlo concretamente in atto.
Qualsiasi Amministrazione - sia di destra, di sinistra o di centro - deve essere impegnata a tutelare i valori intangibili della dignità della persona, a maggior ragione se questa persona esprime una disabilità.