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Comunicato Stampa FISH Umbria. Affidamento servizi assistenza residenziale, semi residenziali e domiciliare della USL Umbria 2

Pubblicato il 22/06/2021 - Letto 794 volte
In riferimento alla notizia relativa alla prossima gara d'appalto per l'affidamento del servizio di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare della USL Umbria 2, FISH Umbria, una delle due federazioni maggiormente rappresentative e significative, che raggruppano associazioni, sia a livello nazionale sia regionale, impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, non può che esprimere la propria contrarietà per l'ennesima occasione persa da parte del "decisore pubblico" che avrebbe dovuto concretamente dimostrare maggiore coerenza con le intenzioni diffusamente manifestate ai vari livelli istituzionali di voler superare un modello meramenteprestazionalistico, in cui non viene garantita l'appropriatezza nella libertà di scelta né il rispetto dei diritti, delle aspettative e dei bisogni delle persone con disabilità, sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che si ricorda essere legge in Italia dal 2009, fissa come obbligo da parte delle Istituzioni quello di coinvolgere, anche permezzo delle loro organizzazioni rappresentative, le persone con disabilità e le famiglie in quanto titolari di diritti, da garantire attraverso i servizi, le prestazioni e gli interventi, che conuna gara d'appalto per un periodo di 6 mesi + 6 mesi, da circa 37 milioni di euro, la USL Umbria 2 si appresta ad affidare a soggetti gestori, senza aver definito criteri diappropriatezza e senza avere fissato quei requisiti di qualità che ormai da troppo tempo chiediamo.

Soprattutto rileviamo che, malgrado la significativa quantità di risorse messe in campo, l'attenzione è rivolta solo a chi dovrà gestire servizi sempre più secondo un approccioassistenzialistico, pericolosamente proiettato a ricercare l'economicità nella standardizzazione delle risposte."

Le associazioni aderenti a Fish Umbria chiedono alle istituzioni regionali e territoriali di conoscere quale sia la loro reale volontà, capacità e possibilità di garantire i dirittifondamentali e la libertà di scelta di ogni persona con disabilità attraverso interventi e prestazioni definiti, organizzati e valutati sulla base di un progetto personalizzato e di un budget di progetto.

Riteniamo infatti scandaloso dover denunciare ancora una volta oggi, a 21 anni dalla legge 328/2000, che una parte importante di risorse pubbliche venga impegnata in una garad'appalto per i servizi socio sanitari richiedendo solo prestazioni assistenziali senza che nessuno degli "utenti/pazienti" (così vengono definite le persone nel capitolato d'appalto ) abbia un proprio progetto individuale e di vita.

In attesa di avere un riscontro dal livello istituzionale, Fish Umbria per contribuire ad innescare i cambiamenti attesi intende confrontarsi e verificare la reale possibilità acollaborare direttamente con i soggetti gestori: questa rimane ad oggi l'unica opzione per ottenere ciò che, seppur garantito dalla legge, il decisore pubblico, continua a disattendere.

Ci saremmo aspettati che nell'affidare i servizi fossero stati definiti in maniera chiara e rigorosa i criteri e le modalità con cui rendere prestazioni ed interventi coerenti con unsistema di welfare che sappia garantire i diritti e non solo le prestazioni, che sappia adattarsi alle caratteristiche e alle esigenze delle persone e non imponga il contrario, chesappia valutare non solo "i bisogni dei pazienti/non autosufficienti/ fragili" ma anche la propria capacità di garantire risposte appropriate alle persone.

Per tali ragioni, Fish Umbria intende confrontarsi e offrire il proprio contributo e sostegno a coloro che, candidandosi alla gestione dei servizi oggetto della gara appalto, si renderannodisponibili a proporre nell'ambito della loro offerta tecnica la realizzazione delle seguenti azioni, in piena e stretta collaborazione con la nostra federazione:

  • perfezionare strumenti e procedure per la realizzazione di azioni ed interventi in grado di promuovere la qualità di vita ed il benessere psicofisico delle Persone con disabilità sullabase del loro Progetto di Vita, secondo quanto indicato nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con Disabilità e nel II programma d'Azione Biennale - valorizzando interessi, potenziando capacità, competenze, abilità, attitudini, autonomia personale;
  • promuovere, anche tramite il coinvolgimento attivo e la partecipazione delle famiglie e delle Associazioni, [in] attività ed eventi formativi e partecipativi rivolti alla comunità sul tema dei diritti delle persone con disabilità;
  • attivare per mezzo di Fish Umbria Onlus una procedura di audit civico relativa al monitoraggio, verifica e valutazione degli interventi che dovranno essere adattati sulla base di quanto verrà indicato nei progetti personalizzati;
  • ripensare i servizi per le Persone con disabilità e definire nuovi criteri di qualità alla luce delle scelte e delle opportunità che la norma UNI- 11010•2016 suggerisce in termini di:principi generali e criteri imprescindibili di rispetto per la centralità e i diritti della Persona con disabilità, aspetti di organizzazione, progettazione personalizzata e programmazione delservizio, contenuti di qualità essenziali in termini di interventi e relazione con la persona criteri per la formazione e gestione del personale e la qualità dei contesti dove i servizi si sviluppano e operano.

FISH Umbria, attraverso tale confronto con gli attori territoriali, i cosiddetti "portatori d'interesse", che si candidano alla gestione dei servizi, vuole attivare un percorsopropedeutico alla definizione di tutte quelle misure, azioni, interventi e modalità di scelta dei servizi, che stiamo chiedendo alla Regione di indicare come cogenti e non opzionali.

Per tale ragione ci aspettiamo che, sia a livello regionale sia locale, vengano formalmente previste e tempestivamente avviate in maniera strutturale attività di co-programmazione e di co-progettazione che tengano prioritariamente conto delle indicazioni dei "titolari dei diritti".

Solo attraverso il coinvolgimento significativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, attraverso le organizzazioni maggiormente rappresentative (come previsto dall'art.4.3 della Convenzione ONU), sarà possibile passare concretamente da un welfare di prestazione ad uno stato sociale di comunità e di inclusione, in cui sia assicurata la centralità delle persone, uguaglianza e pari opportunità nel perseguire gli obiettivi del proprio progetto di vita attraverso la personalizzazione e la libertà di scelta dei sostegni e degli interventi, secondo il nuovo modello basato sui diritti civili, sociali, umani, imposto, oltre che dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, dalla Dichiarazione universale dei Diritti Umani, dalla Convenzione per i diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, dalla Carta europea dei diritti fondamentali e dalla stessa Costituzione Italiana.

18 giugno 2021

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