È stato ritirato il comunicato del Ministero della Funzione pubblica che intendeva modificare l'articolo 33 della Legge 104/1992 per la parte relativa ai permessi retribuiti concessi ai lavoratori che assistono parenti e affini con disabilità, riconosciuti in «situazione di handicap grave», ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della Legge 104/1992.
La politica del Ministro Renato Brunetta - e dell'intero Governo Berlusconi - di mettere un freno alle assenze ingiustificate nella pubblica amministrazione ha riguardato, almeno nelle intenzioni, anche i familiari e gli affini delle persone con disabilità che usufruiscono dei permessi lavorativi previsti dall'articolo 33 della Legge 104/1992.
L'intenzione di «ritoccare» i permessi lavorativi in senso restrittivo era stata formalizzata in uno specifico emendamento al Disegno di Legge 1441-quater (Collegato alla Finanziaria 2009) in discussione alla Camera dei Deputati.
Come troppo spesso accade in questi casi, molti quotidiani, telegiornali ed altri organi di informazione hanno accolto con facili entusiasmi, ma in modo molto superficiale, le varie circolari ministeriali che si sono succedute, interpretandole come l'ennesimo antidoto per battere i «fannulloni»: la notizia, infatti, fin da subito, ha rallegrato molti, in particolar modo coloro che lavorano a stretto contatto con colleghi che abusano di questo importante diritto per prolungare ferie, ponti, ecc.
La questione, tuttavia, così come è stata presentata alla Camera, è molto più seria, poiché, ad esempio, tra i tanti punti oscuri, avrebbe tolto il diritto al lavoratore dipendente di usufruire dei permessi, qualora il coniuge non ne avesse diritto (perché non lavoratore - casalinghe, disoccupati, ecc. - o perché lavoratore autonomo), facendo gravare tutto il peso dell'assistenza su quest'ultimo. La modifica normativa, quindi, rischiava di intaccare diritti ormai consolidati a danno di quelle persone che si prendono realmente cura dei familiari con grave disabilità e, quindi, delle stesse persone con disabilità beneficiarie di tali cure.
Con questo non significa che non esistano coloro che abusano di questi permessi (come, peraltro, succede anche per altre agevolazioni previste in altri articoli della Legge 104/1992), ma - come affermato da Carlo Giacobini in un articolo nel sito della FISH ONLUS (www.superando.it) - «il problema esiste, ma il "sacro fuoco" purificatore rischia di intaccare anche diritti legali a bisogni reali. In barba anche alle Direttive Comunitarie...».
Fortunatamente, sotto la spinta delle critiche delle associazioni di persone con disabilità (la FISH ONLUS in primis) e degli stessi membri della Commissione Lavoro alla Camera, il Disegno di Legge è stato ritirato dallo stesso Governo.
Per conoscere nel dettaglio come l'emendamento avrebbe modificato l'attuale assetto normativo, riportiamo la scheda, tratta dalle pagine del sito www.handylex.org, di Carlo Giacobini, Responsabile del Centro per la documentazione legislativa dell'UILM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
Leggi la scheda (collegamento a sito esterno).