Il 19 luglio si è tenuto a Perugia il seminario di approfondimento della Legge regionale n. 26/2009 che disciplina la realizzazione del Sistema Integrato di Interventi e Servizi sociali. La Vice-presidente della Giunta regionale dell'Umbria, Carla Casciari, ha sottolineato la necessità di accelerare i tempi per realizzare «un protocollo interistituzionale che sappia individuare le nuove priorità sociali, e indirizzare al meglio gli interventi».
C'è una condivisa aria di preoccupazione per la situazione del Welfare nel seminario di approfondimento della Legge Regionale n. 26 del 28 dicembre 2009, tenutosi a Perugia il 19 luglio scorso dal professor Franco Dalla Mura, docente di diritto amministrativo all'Università di Verona e da rappresentati della Regione Umbria. Ne sono convinti i partecipanti: la Vice-presidente Casciari (nonché Assessore regionale alle politiche sociali), i Sindaci dei Comuni della regione, gli Assessori alle politiche sociali.
Per la Regione Umbria i tagli previsti alle politiche sociali dalla Manovra ammontano, infatti, a 93 milioni di Euro.
Necessario, secondo Casciari, definire in breve tempo le risorse destinate a ciascun Comune ed individuare le linee-guida degli interventi.
La Vice-presidente sostiene che è necessario garantire omogeneità e universalità dei servizi in tutto il territorio regionale; questo richiede l'applicazione della Legge Regionale n. 26/2009, secondo cui il Welfare può essere un investimento di economia e sviluppo efficace, solo se calibrato a misura della persona.
«Dobbiamo pensare - afferma Casciari - che da una crisi si esce o più forti o più deboli, e quindi ci impegneremo perché l'Umbria esca riformata e trasformata da questo difficile momento, ripensando anche al Welfare come un investimento per la Regione».
Il quadro delineato dalla Vice-presidente, in sostanza, implica la assoluta necessità ed urgenza di dover mettere in atto quelle richieste avanzate da anni dalla FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana Superamento Handicap). La FISH Umbria ONLUS, infatti, da sempre chiede servizi e interventi programmati sulla base dei Progetti Individuali (previsti dall'articolo 14 della Legge n. 328/2000); questo, tuttavia, implica un radicale cambiamento delle politiche sociali, affinché operino per combinare efficienza, efficacia ed appropriatezza.
Sicuramente il momento è dei meno favorevoli per le sperimentazioni, ma la riduzione delle risorse obbliga a cambiamenti radicali. Se si vogliono perseguire i sopra citati obiettivi, i cambiamenti radicali non possono ridursi ad un burocratico taglio delle prestazioni; per tale ragione, l'esperienza fatta a Terni adottando Agenda 22 come metodo per la realizzazione di un Piano per le Politiche sulla Disabilità, diventa una risorsa irrinunciabile per avviare il necessario cambio di marcia nella nostra regione.