Nell'incontro del 27 agosto presso il Comune di Terni, il Sindaco e il Direttore generale della Asl si sono confrontati con i rappresentanti della FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e della FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili). Tema dell'incontro: la rimodulazione (il taglio) delle prestazioni socio-sanitarie, il riconoscimento delle cause/responsabilità del passato e l'urgenza di proposte efficaci per il presente.
Il Sindaco Di Girolamo ha riconosciuto la mancanza: le istituzioni non hanno preventivamente coinvolto le associazioni, i sindacati e le cooperative che rappresentano e tutelano i diritti delle persone con disabilità, in merito ai tagli delle ore di assistenza effettuati per recuperare, da qui a dicembre, lo sforamento rispetto a quanto fissato come limite di spesa.
FISH e FAND hanno manifestato la loro contrarietà vedendo venir meno all'improvviso il rispetto di un principio fondamentale: quello della partecipazione diretta dei titolari dei diritti, per cui faticosamente si sta lavorando da diversi anni, dal momento che in quest'occasione il movimento associativo è rimasto fuori dalle decisioni, e informato solo a cose fatte dalla stampa locale.
D'altra parte, il Sindaco ha ricordato gli impegni assunti all'inizio del suo mandato per il riassetto e la riqualificazione della spesa sociale, confermando l'indirizzo politico presente nel Piano regolatore sociale.
Il Direttore della Asl, Panella ha rappresentato le criticità, derivanti da cause passate ed attuali, che condizionano pesantemente le scelte da mettere in campo, ha parlato della difficoltà di una raccolta di dati precisa e personalizzata, assistito per assistito, prestazione per prestazione. Dall'analisi di questi dati è emerso che ci sono piani assistenziali immutati da anni, le prestazioni erogate non sono sempre adeguate al bisogno della persona, che le differenze di erogazione non vengono sempre documentate, ed esistono prestazioni che si accavallano.
Insomma, risulta chiaro che oggi le richieste formulate da anni dalla FISH per una ri-conversione del sistema del welfare territoriale, devono necessariamente essere prese in considerazione.
Si può pensare di contenere la spesa senza mettere a rischio i diritti/bisogni delle persone con disabilità, solo se, contestualmente alla riduzione quantitativa delle prestazioni, si riesce a far crescere la qualità del sistema del welfare.
Ogni parte in causa (amministrazioni pubbliche, associazioni, sindacato e cooperative) dovrà assumersi le proprie responsabilità, e soprattutto coloro che sono i destinatari finali dei servizi e degli interventi dovranno avere un ruolo nella valutazione delle prestazioni e del sistema di welfare nel suo complesso.
La persona con disabilità prima che di "ore" di assistenza ha bisogno di un "progetto individuale"; questo è stato un concetto condiviso con il Direttore della Asl, anche in riferimento alla necessità di riformulare la gara per i servizi sociali secondo un criterio che non sia meramente quantitativo.
L'esigibilità dei diritti della persona con disabilità, a partire da quello alla salute, deve essere posta come questione centrale per fissare le priorità, effettuare le scelte e valutare le azioni.
Questa rappresenta una condizione ineludibile per continuare a confrontarsi su come possa essere qualificato l'utilizzo delle (sempre minori) risorse disponibili, a partire dall'individuare gli sprechi - che sempre meno possiamo permetterci - e che oggi sono imputabili non solo alle inefficienze di alcune prestazioni, ma anche e soprattutto allo loro inefficacia e alla loro non appropriatezza.