Sembrava che un anno fa si fosse finalmente sbloccata la situazione riguardo al «Contrassegno Unificato Disabili Europeo»; invece, a oggi, non è stato ancora approvato il Regolamento di Attuazione. L'Italia, a distanza ormai di 12 anni, non si è ancora uniformata alla Raccomandazione prescritta dal Consiglio Europeo e le persone con disabilità, quando vanno all'estero e parcheggiano nei posti riservati, pur mostrando il contrassegno italiano, continuano a rischiare multe salatissime.
È tempo di vacanze, ma attenzione: le persone con disabilità che hanno previsto una mèta in un paese dell'Unione Europea dovranno fare attenzione ad eventuali contravvenzioni, qualora parcheggino nei posti riservanti alle persone con disabilità, seppur muntiti di regolare contrassegno italiano.
Il contrassegno italiano (quello arancione, per intenderci) non sempre viene riconosciuto valido "oltralpe", dove, al contrario, vige il Contrassegno Unificato Disabili Europeo di colore blu (per approfondimenti si consiglia di leggere il focus: «Perché è importante il "Contrassegno Unificato Disabili Europeo»). E, quindi, le persone con disabilità che sostano negli appositi parcheggi o che circolano nelle aree a loro dedicate, pur in possesso del contrassegno italiano, rischiano di prendere una salata multa.
Infatti, l'Italia non ha ancora deciso di emettere il Contrassegno Unificato Disabili Europeo che permette agevolazioni per il parcheggio e la circolazione dei mezzi utilizzati dalle persone con disabilità.
In realtà, un passaggio fondamentale è già stato compiuto, con la Legge n. 120 del 29 luglio 2010 «Disposizioni in materia di sicurezza stradale». Il Codice della Privacy, fino a quel momento, stabiliva che «è proibito riportare sul fronte del contrassegno il pittogramma o diciture da cui possa desumersi la qualità di disabile dell'intestatario». Con le modifiche apportate all'articolo 58 dalla Legge n. 120/2010, viene permesso esibire nel contrassegno un simbolo o una dicitura «dai quali può desumersi la speciale natura dell'autorizzazione per effetto della sola visione del contrassegno», a patto che essi non identifichino la persona fisica interessata. Per lo stesso motivo, secondo la legge, i dati personali non sono direttamente visibili se non in caso di richiesta di esibizione o di necessità di accertamento.
Questo primo passo, però, sebbene importante, non ha avuto effetti concreti; e del regolamento del Contrassegno Unificato Disabili Europeo nemmeno l'ombra.
Per questo motivo, sollecitati dalle proteste delle persone con disabilità che ricevevano multe per un'infrazione che, in buona fede, non pensavano certo di aver commesso, alcuni parlamentari si sono mossi per chiedere al Governo spiegazioni.
Numerose sono state negli ultimi mesi le interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte dei senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca il 24 maggio scorso, quello delle deputate del Partito Democratico Amalia Schirru e Carmen Motta il 6 giungo, l'intervento dell'ANCI il 7 giugno scorso, l'intervento del deputato dell'Italia dei Valori Augusto di Stanislao.
Dopo tutte queste sollecitazioni, ci si sarebbe aspettata una risposta che prevedere tempi certi. Invece, nell'ultima interrogazione in ordine di tempo (presentata il 13 luglio scorso dalla deputata del Partito Democratico al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti), il Sottosegretario Bartolomeo Giachino, rispondendo per contro del Ministro, ha affermato: «faccio presente, in proposito, che è già in corso la predisposizione dei provvedimenti normativi necessari per attuare tale intento e assicuro, altresì l'impegno dell'Amministrazione che rappresento affinché la modifica al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495 avvenga in tempi ragionevolmente brevi, pur considerando che trattasi di un provvedimento di ampia portata, concernente non solo l'adozione del contrassegno europeo, ma anche tutta una serie di modifiche al Regolamento connesse alla stessa adozione. Infine, segnalo che l'iter approvativo prevede, comunque, l'acquisizione del parere del Consiglio di Stato».
In conclusione: ancora un nulla di fatto!
Buone vacanze a tutti e… occhio alle multe!