«Difficilmente i bilanci comunali stretti dai Patti di stabilità, potranno continuare a garantire i livelli attuali di assistenza»: il comunicato della Regione Umbria descrive questo ed altri allarmanti scenari per prossimo futuro delle persone con disabilità e le loro famiglie. La Regione disporrebbe di soli 120 milioni di Euro a libera destinazione su un Bilancio di 2 miliardi e 305 milioni di Euro. Ci si domanda se il DAP - Documento Annuale di Programmazione 2013-2015 sia uno strumento necessario a far fronte alla crisi.
In questa settimana, l'Assessore regionale all'economia Vincenzo Riommi ha illustrato pubblicamente la "manovra" economica per l'Umbria 2013-2015 affermando che «la Regione disporrebbe di soli 120 milioni a libera destinazione su un Bilancio di 2 miliardi e 305 milioni […]. Ora le nostre riserve sono finite e si vedono le conseguenze. Sono stati ridotti i fondi per la sanità e azzerata la possibilità di indebitamento, bloccando di fatto anche investimenti già programmati. C'è il rischio di non poter gestire i servizi e le uniche possibilità di intervento saranno quelle legate ai fondi FAS [Fondi Aree Sottoutilizzate, N.d.R.] e comunitari».
Il 2013, quindi, risente ancora dei drastici tagli delle ultime leggi finanziarie dei governi nazionali: dal momento che, nella nostra Regione, le risorse che, per l'anno in corso, servono a garantire le attività dei servizi alla persona sono presi dal budget del 2012, lo stanziamento economico del Governo Monti tramite la Legge di Stabilità 2013 (di cui abbiamo parlato in questo approfondimento) avrà i suoi effetti solo l'anno prossimo.
Per il finanziamento dei servizi nell'anno in corso dobbiamo ancora far riferimento ai deprimenti dati che riportano lo scostamento economico tra il 2012 e gli altri anni. In particolare:
- dal fronte nazionale: l'annullamento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza e del Fondo Sociale Nazionale a opera del Governo Berlusconi, di cui tanto si è detto, è nel 2012, di fatto, che vede i suoi effetti più nefasti: rispetto al 2011, infatti, l'annullamento dei Fondi porta ad un "vuoto" di più di 10 milioni di Euro nelle casse dell'Umbria;
- dal fronte regionale: la Regione Umbria, dal canto suo, ha cercato di arginare l'annullamento dei Fondi, ma, rispetto al 2011, c'è pur sempre una riduzione delle risorse pari a circa 4 milioni di Euro.
Scenario "lacrime e sangue", termine ormai noto e adoperato da alcuni (troppi?) anni da una politica incapace di programmare interventi politici. Limitatamente al Welfare, ad esempio, a dispetto del nome, il Documento Annuale di Programmazione 2013-2015 (DAP), che la Regione Umbria si accinge a far approvare a breve, è un documento in cui non emergono soluzioni particolarmente coraggiose in termini di capacità di innovare pratiche e strumenti ormai superati di presa in carico, come quelle da tempo indicate come indispensabili dalla FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e dalla FAND Umbria ONLUS (Federazione delle Associazioni Nazionali di Disabili), ma, al contrario, sembra udire il grido del «si salvi chi può»!
E chi non può? A nostro avviso, la situazione, già grave, non presenta prospettive di miglioramento, soprattutto a causa della mancanza di una chiara strategia (certamente non quella che nel DAP emerge per il Welfare), da tempo invocata dalla FISH Umbria ONLUS e dalla FAND Umbria ONLUS, per affrontare quelli che, anche per questa ragione, si prospettano come cambiamenti ancor più drammatici, non solo del sistema di Welfare, ma anche e soprattutto della vita di persone e famiglie che li subiranno sulla loro pelle.
Ricordiamo che abbiamo dedicato già un approfondimento alle osservazioni che la FISH Umbria ONLUS aveva già proposto in merito al DAP.