Il "Dopo di Noi - La Farfalla" continua ancora a far parlare di sé. Il centro (come detto in questa news), che è stato inaugurato nel 2010, e che due anni più tardi ha ottenuto l'autorizzazione al funzionamento, ancora oggi rimane un'utopia per tutte quelle persone con disabilità che ne hanno bisogno.
Dopo le prime proteste da parte delle famiglie di persone con disabilità, il servizio del TG3 Regionale del 24 luglio scorso ha dato il via ad una serie di reazioni a catena. Si ricorda che nel servizio alcune madri spiegano chiaramente quelle che sono le esigenze di un figlio adulto con disabilità e raccontano le condizioni di vita della famiglia, mentre le energie e le risorse dei genitori progressivamente vengono meno, fino a quando, inevitabilmente, non ci saranno più. Il dramma, quindi, è che i loro figli, senza una rete di servizi del Durante e Dopo di Noi, rischiano l'istituzionalizzazione.
Nei giorni immediatamente successivi a questa pubblica denuncia, il Direttore generale della USL Umbria n. 2, Sandro Fratini, rilascia un'intervista a Il Messaggero in cui dichiara di non nascondere che sta cercando di trovare una soluzione per permettere alla Azienda Sanitaria di farsi carico della struttura "La Farfalla", in modo da poter aprire, quanto prima, il centro ed ospitare anche le persone con disabilità che si trovano in condizioni più gravi.
Contemporaneamente, la Vicesindaca e neo-Assessora comunale ai servizi sociali Francesca Malafoglia, a seguito di un incontro con i rappresentanti della FADA (Federazione di Associazioni Diversamente Abili), ha dichiarato che, insieme alla Giunta e agli operatori dei servizi, si impegnerà a far sì che vengano chiariti tutti quegli aspetti formali da assolvere per procedere all'apertura del centro con la massima urgenza. La Vicesindaca, inoltre, ha previsto una serie di incontri con tutti gli attori coinvolti in questa tematica.
Ma il grido d'allarme proveniente dalle Associazioni non è rimasto inascoltato a Palazzo Spada: da un lato, i consiglieri della maggioranza hanno chiesto al Sindaco Di Girolamo di conoscere le motivazioni che, ad oggi, non hanno permesso l'apertura del centro; dal fronte dell'opposizione, invece, si mette in discussione l'operato non solo del Comune (che ha investito diverse migliaia di Euro nel progetto), ma soprattutto quello delle Cooperative sociali coinvolte e, inoltre, si invoca l'intervento della USL Umbria n. 2.
Infine, la FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) ha apprezzato le parole del Direttore generale della USL Umbria n. 2 in riferimento alla necessità di arrivare ad una pluralità di servizi, auspicando l'importanza del coinvolgimento delle Associazioni e delle famiglie nella valutazione costante dell'attività dei centri e dei vari servizi.
Tutto ciò deve avvenire all'interno di una logica di presa in carico globale, dove ogni persona con disabilità che necessita di sostegni, a prescindere dalle specifiche caratteristiche di salute e tanto più quando il supporto della rete familiare viene meno, deve poter contare sulla garanzia di poter intraprendere un percorso di Vita Indipendente e interdipendente, tanto all'interno del proprio contesto domestico, quanto - laddove questo non sia possibile - in uno di tipo residenziale.
Le Associazioni aderenti alla FISH Umbria ONLUS, inoltre, stanno valutando - anche in relazione alla quantità e alla tempestività delle risposte istituzionali ai vari appelli - l'opportunità di attivare l'intervento prefettizio, affinché venga garantito il rispetto dei princìpi fissati nella Legge n. 18 del 3 marzo 2009, di ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.