Lo strumento dell'amministrazione di sostegno, che pone al centro dell'attenzione la persona con i suoi diritti, ha dimostrato di funzionare in maniera efficace per persone che, a vario titolo, non si trovano in grado di poter riconoscere, amministrare e godere non solo di beni materiali, ma anche dei loro diritti, a cominciare da quello alla salute. L'estensione dell'uso di questo dispositivo ha garantito a molte persone cure, progetti, programmi terapeutici e individuali che rappresentano oggi una delle più appropriate soluzioni hai problemi dell'abbandono, della deriva sociale, dell'inerzia dei servizi e della negazione dei diritti.
Allo stato attuale, l'Ordinamento giuridico italiano fa convivere l'amministrazione di sostegno con l'inabilitazione e l'interdizione, due istituti giuridici storici, ma che - in una logica orientata ai diritti umani - risultano annullare, rispettivamente parzialmente e totalmente, non solo la capacità giuridica della persona (riconosciuta - con un termine discutibile - "incapace"), ma anche la sua dignità.
Il convegno romano, che si terrà dalle ore 15.00 alle 18.30, si pone proprio la domanda se ha ancora senso che nel nostro Ordinamento giuridico siano presenti ben tre istituti di tutela? Per Paolo Cendon, professore di Diritto Privato presso l'università di Trieste, no, è giunto il momento per l'abrogazione degli istituti dell'interdizione e dell'inabilitazione ancora contemplati sia nel Codice Civile, che nel Codice Penale.
«È un progetto di grande nobiltà giuridica, culturale e politica - afferma Cendon - che rischia, però, per la ri-strettezza dei destinatari e del provvedimento stesso, di scomparire in mezzo alle altre cose di maggior rilevanza e clamorosità. Invece l'interdizione, a nostro avviso, è il simbolo di un vecchio diritto che vogliamo abolire.
«Noi diciamo sempre: "Chi disinterdice una persona, disinterdice il mondo intero".
«E abrogare l'interdizione significa anche dare un segnale di fronte alle impostazioni di tipo autoritario, oppressivo, che ci sono ancora nel codice civile. Quindi c'è anche un valore che va oltre la stretta contingenza dei destinatri […]. È un progetto molto complesso anche tecnicamente, perché riguarda molteplici aspetti: sono, infatti, disseminati in tutto il codice civile riferimenti all'interdizione, per cui è stato molto complesso anche toccare ogni punto e ogni articolo. Insomma una battaglia culturale piccola e grande allo stesso tempo, e che vale la pena es-ser combattuta».
All'incontro interverranno, oltre a Paolo Cendon, anche Micaela Campana (Partito Democratico), parlamentare firmataria del progetto, Rita Rossi, Avvocato civilista appartenente al Foro di Bologna e Marco D'Alema, Psichiatra.
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