Con la Delibera n. 215 della Giunta Comunale del 31 dicembre 2014, il Comune di Terni ha recepito la Delibera del Direttore Generale della USL Umbria n. 2 (la n. 861 del 17 ottobre 2014) che approva la sperimentazione del progetto della struttura "La Farfalla", pensata per ospitare persone adulte con disabilità «ad intensità di assistenza differenziata».
Con la Delibera comunale in questione il Comune ha dato mandato alla Direzione servizi sociali di procedere con lo svolgimento dei procedimenti necessari alla messa in atto della sperimentazione.
La questione della struttura "La Farfalla", come avevamo recentemente scritto in questa news, è stata anche posta al centro di un'interrogazione, in seconda Commissione Consiliare, del Direttore Generale della USL Umbria n. 2 Sandro Fratini, il quale, in più occasioni, aveva anche incontrato i rappresenti delle Associazioni che promuovono e tutelano i diritti delle persone con disabilità per fare il punto della situazione sul progetto della struttura.
La FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), che per lungo tempo ha cercato di riportare l'attenzione delle Istituzioni sul tema de "La Farfalla", esprime la propria soddisfazione per l'approvazione della sperimentazione.
Nella Delibera n. 861/2014 del Direttore Generale della USL Umbria n. 2, recepita dal Comune di Terni, vengono riportati i contenuti del progetto "La Farfalla", volto alla «sperimentazione di una struttura residenziale per disabili adulti ad intensità di assistenza differenziata».
Il progetto de "La Farfalla" prevede, infatti, la sperimentazione di una struttura al cui interno possono essere ospitate persone con disabilità (per un massimo di 6) che seguono percorsi di riabilitazione con livelli di assistenza differenti fra di loro, in base a quanto stabilito nei propri piani di assistenza individuale (PAI). Dunque, il progetto della struttura "La Farfalla" darà l'opportunità di sperimentare «una diversa modalità assistenziale, integrata da risorse aggiuntive rispetto a quelle previste dalle disposizioni regionali».
I costi della struttura saranno a carico del Fondo Sanitario Regionale per il 50%, mentre la restante quota sarà a carico del Fondo Sociale Regionale, salvo la compartecipazione delle persone stesse, come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale n. 21 del 12 gennaio 2005 [link a sito esterno].