Dopo che il Comune di Terni ha reso noto il bilancio (cosa che è possibile leggere in questa pagina [link a sito esterno] del sito comunale) sono iniziate a circolare voci sempre più allarmanti circa un imminente taglio dei servizi socio-sanitari rivolti alle persone con disabilità per impossibilità di copertura della quota fino ad oggi garantita dal bilancio sociale.
Per questo motivo, l'Assessora alle Politiche sociali del Comune di Terni, Francesca Malafoglia, su pressante richiesta delle associazioni che rappresentano e tutelano i diritti delle persone con disabilità, ha convocato Giovedì 23 pomeriggio, nell'ambito del metodo partecipato denominato "Agenda 22", una riunione di chiarimento in cui era presente anche il Direttore Generale della USL Umbria n. 2, Sandro Fratini.
Malafoglia ha aperto la riunione spiegando che l'intenzione della Giunta di cui fa parte non è quella di risparmiare evitando di farsi carico dei servizi alle persone con disabilità, ma quella di provvedere ad una radicale riprogrammazione sulla base di una progettualità individuale, come da tempo sollecitato dalle stesse associazioni.
Queste parole hanno rassicurato le associazioni, che già temevano il peggio, poiché il modello che è stato preso a riferimento non è quello che negli ultimi anni ha prodotto solo tagli lineari, ma quello emerso dai tavoli di "Agenda 22", dopo un anno di lavoro. Malafoglia ha tenuto a sottolineare, quindi, che la decisione presa dalla Giunta Di Girolamo è frutto anche dell'esito della partecipazione delle associazioni ai tavoli tecnici di "Agenda 22" da cui è venuto fuori un documento, chiamato Piano per le Politiche sulla Disabilità, che verrà presentato Lunedì 27 luglio alle ore 11.30 presso la Sala Consiliare di Palazzo Spada.
A detta di Malafoglia, l'aspetto più importante dell'impegno preso da Palazzo Spada in accordo con i vertici di Via Bramante, riguarda una nuova modalità di valutazione dei servizi da attivare necessariamente sulla base degli obiettivi, fissati nei progetti individuali, e che possono essere raggiunti solo attraverso una maggiore appropriatezza di combinazione delle prestazioni a valenza abilitativa, riabilitativa, educativa e, più in generale, sociale.
Malafoglia sottolinea che questa decisione non implica una sorta di "ritirata" del Comune a favore di una "sanitarizzazione" degli interventi e delle prestazioni (questa ipotesi, per chiarezza, era quella che era circolata e che aveva spaventato le associazioni).
Il problema reale, secondo l'Assessora, riguarda il "tener duro" fino alla fine dell'anno in corso, momento in cui le innovazioni progettate e le risorse disponibili dovrebbero garantire un nuovo e più sostenibile equilibrio al welfare territoriale. Ed è per questo che l'intenzione è quella di creare interventi "ponte" fino a dicembre e, soprattutto, di non imporre cambiamenti fino a quando non siano certe le alternative praticabili. Quello che è certo è che una volta che la Regione Umbria avrà deciso come allocare le risorse del Fondo Sociale Regionale (che è stato ampiamente tagliato nel corso degli anni), il Comune potrà vedere di "rimpolpare" il bilancio. Dall'anno prossimo, forse, potrebbero arrivare nuove risorse dal Fondo Sociale Europeo.
Anche Fratini, dal canto suo, ha mostrato piena sintonia con le parole dell'Assessora e ha ribadito che, ad oggi, il Fondo Sanitario è certamente quello che si trova in condizioni più floride rispetto agli altri (il Fondo Sociale e quello per la non autosufficienza). Fratini ha affermato che, essendo così elevato il costo dei servizi, è impossibile pensare di continuare a mantenere lo status quo.
Rispetto alla paventata attribuzione di fondi sanitari per coprire spese sociali, Fratini è stato molto diretto: una cosa del genere è impossibile, ha affermato, poiché la Corte dei Conti lo proibirebbe.
Allo stesso tempo, però, il Direttore della ASL è sembrato attento anche al tema della partecipazione alla spesa da parte delle persone rispetto al costo dei servizi. Su questo tema, è bene precisarlo, dal Comune hanno rassicurato che, per il momento, adopereranno il regolamento dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) e le relative fasce previgente rispetto alla normativa attuale.
In conclusione, il nuovo modello che Comune e ASL hanno intenzione di portare avanti ha l'ambizione di coniugare l'emergenza delle situazioni che richiedono risposte più che immediate con le soluzioni che dovranno andare a regime quanto prima possibile. Ci piace pensare che l'intenzione di modificare l'attuale allocazione delle risorse non sia un fatto meramente amministrativo (richiesto dalla mancanza di risorse), né che ciò venga realizzato con criteri di puro "razionamento" (che, come è noto, si caratterizzano in azioni di razionalizzazione in verità assai poco razionali). Ci riteniamo soddisfatti che i princìpi che hanno guidato i tavoli di "Agenda 22" hanno maturato i loro frutti facendo comprendere che l'appropriatezza degli interventi si può ottenere solo con una presa in carico globale in cui i servizi territoriali sappiano creare le condizioni per aumentare attività e partecipazione delle persone con disabilità.
D'altra parte, già nel Delibera del Direttore Generale n. 1068 del 24 dicembre 2014 si leggeva: «[…] la legge regionale che istituisce Fondo per la non autosufficienza, nel garantire l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni in favore delle persone non autosufficienti […], opera il passaggio dal riconoscimento del titolo della prestazione alla certezza della prestazione socio-sanitaria appropriata, tenendo presente, anche, le risorse a disposizione del beneficiario […]».
Le associazioni, da parte loro, si assumeranno, ancora una volta, la responsabilità di dare credito e sostegno alle intenzioni di cambiamento, non solo perché lo ritengono indispensabile, ma anche perché riconoscono agli attuali interlocutori istituzionali una precisa volontà e un'auspicabile capacità di praticare innovazioni ineludibili e pienamente condivise.