A meno di un mese dal suono della campanella che ha dato l'avvio al nuovo anno scolastico, a Terni, si sono sentiti suonare altri campanelli, stavolta di allarme, in merito alla capacità di garantire l'effettiva inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità che frequentano il primo ciclo di studi di alcuni istituti della città.
Secondo quanto pubblicato dal Giornale dell'Umbria lo scorso 29 settembre, undici alunni con disabilità dell'Istituto Scolastico "Guglielmo Marconi" sarebbero "costretti a saltare un giorno di scuola [N.d.R. il Sabato] per mancanza degli insegnanti di sostegno": questo quanto apprendiamo dall'articolo "Mancano gli insegnanti di sostegno, 11 studenti costretti a rimanere a casa". Nell'articolo, il Dirigente Scolastico dell'Istituto "Marconi", Claudio Guerrini, avrebbe ricondotto la problematica in capo all'Ufficio Scolastico che ha la competenza di designare il numero di insegnanti di sostegno. Tale risposta non ha di certo calmierato gli animi dei genitori, i quali sostengono che, in altri istituti della città - nonostante si sia verificata la stessa problematica - è stata la scuola stessa a trovare una soluzione alla "situazione di emergenza".
La situazione che si è venuta a creare - purtroppo per la nostra Scuola - non è molto diversa da quella che si è verificata anche in altre parti d'Italia, dall'inizio di quest'anno. Da Nord a Sud l'assegnazione degli/delle insegnanti di sostegno sembra stia subendo un "rallentamento" e c'è chi affida la responsabilità direttamente al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dato che "se il Ministero non dà posti all'organico della regione, la regione non può assegnarli alle province e le province a loro volta non possono far fronte alle esigenze dei vari comuni" come si legge nell'articolo "Molte cattedre ancora scoperte, dito puntato contro il Ministero" [link esterno], pubblicato sul Giornale di Desio.it sempre lo scorso 29 settembre.
L'inclusione scolastica, come ben si sa, non può però essere "ricondotta" alla sola presenza degli/delle insegnanti di sostegno in classe; l'inclusione scolastica è un principio ampio che comprende una serie di fattori ed attori diversi che, grazie alla loro interazione, contribuiscono a far sì che un contesto possa essere definito inclusivo per tutti/e. Dirigente scolastico/a, insegnanti curricolari, insegnanti di sostegno, alunni e alunne, operatrici e operatori scolastici, educatori ed educatrici devono "costruire" insieme quel contesto "accessibile" per il confronto e l'apprendimento di tutti/e.
Ecco perché "avere l'insegnante di sostegno" non basta e non può bastare.
La FISH Umbria ONLUS ha ricevuto proprio in questi giorni la segnalazione da parte di un'Associazione in merito alla discriminazione subita da un bambino con disabilità che frequenta una scuola materna, sempre a Terni. Stante quanto denunciato dall'Associazione, i genitori di questo bambino si vedono costretti a non lasciarlo a scuola per pranzo, dato che all'interno della scuola materna sembra non sia presente nessun operatore/trice disponibile ad aiutarlo per mangiare. La stessa Associazione ha fatto presente alla FISH Umbria ONLUS di essersi rivolta anche a Salvatore Nocera (esperto in tema di inclusione scolastica della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) per conoscere le indicazioni normative per far valere i propri diritti.
Queste situazioni, come è facile intuire, denotano che il percorso per raggiungere quell'inclusione scolastica di cui si è parlato, è ancora lungo. Il Comune di Terni si è dotato, però, di uno "strumento" molto importante quale è Agenda 22, che dovrebbe servire anche a colmare quei vuoti che di fatto compromettono la piena inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità.
È importante, dunque, che tutte le questioni non chiare e che rischiano concretamente di discriminare alunni ed alunne con disabilità all'interno del contesto scolastico, vengano affrontate, discusse, identificate e superate proprio all'interno di Agenda 22 e dello specifico tavolo tecnico di lavoro sull'integrazione e sull'inclusione scolastica, volto ad analizzare e individuare delle proposte che saranno poi oggetto di discussione da parte dei tavoli politici (come è stato recente fatto per il "Piano per le politiche sulla disabilità" di cui abbiamo parlato in questa news), oltreché a definire, in maniera chiara, le competenze istituzionali ed operative per affrontare problematiche e criticità legate, appunto, all'inclusione scolastica.
È prioritario affrontare la questione per evitare che i genitori siano costretti a cercare nella "scuola speciale" quelle risposte che la Scuola non riesce a dare in termini di inclusione, tema peraltro anche affrontato lo scorso 1 ottobre dalla Lega per i Diritti delle persone con disabilità (LEDHA) all'interno del convegno "Disabilità: separare fa male?… anche a scuola?" svoltosi a Milano, come apprendiamo dall'articolo "Perché quei genitori scelgono la scuola speciale?" [link esterno] pubblicato su Superando.it.