Il pericolo di una crescente tentazione di percorsi di educazione separata, i quali, oltre a mettere a rischio alcuni diritti umani fondamentali dei bambini, bambine, ragazzi e ragazze con disabilità, certificano una graduale regressione della volontà e della capacità della nostra comunità e del nostro sistema sociale di garantire a tutte le persone con disabilità la loro piena inclusione e partecipazione nella società.
Questo è il tema del libro "L'attrazione speciale" (Maggioli editore) di Giovanni Merlo, direttore della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che sarà presentato Giovedì 16 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 18.30 presso la Sala Conferenze del CAOS di Terni.
Con il contributo di Merlo e di alcuni attori dell'inclusione scolastica del nostro territorio, i e le partecipanti all'incontro potranno condividere una riflessione sia sulla situazione attuale, sia sullo scenario che si sta delineando in materia, anche in virtù di quanto previsto negli schemi dei Decreti Attuativi della Legge sulla "Buona Scuola", e sugli "antidoti" su cui, anche a livello territoriale, dovremmo puntare in maniera quanto più condivisa affinché venga garantita la qualità didattica e, prima ancora, l'effettiva inclusione degli alunni e alunne, studenti e studentesse con disabilità.
Il testo dello schema di Decreto Legislativo recante norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti e studentesse con disabilità (Atto del Governo n. 378, approvato dal Governo lo scorso 14 gennaio e sottoposto ora a parere parlamentare, testo prodotto in attuazione della Delega conferita all'Esecutivo dalla norma di cui all'articolo 1, comma 181, lettera c, della Legge n. 107/2015, "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti, meglio nota come "La Buona Scuola"), in particolare, tradisce le istanze del movimento delle persone con disabilità, su temi quali la continuità didattica, la garanzia di sostegno adeguato, la formazione dei docenti, la qualità scolastica, la corretta valutazione delle necessità e delle potenzialità degli alunni con disabilità, la programmazione sostenibile e congruente, la rivisitazione intelligente di ruoli, competenze e responsabilità.
L'attrazione speciale. Minori con disabilità: integrazione scolastica, scuole speciali, presa in carico, welfare locale di Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
Il saggio - arricchito da diversi contributi, tra cui quelli di Salvatore Nocera, già vicepresidente nazionale della FISH della quale è oggi il presidente del Comitato dei Garanti, dello storico Matteo Schianchi e di Pietro Barbieri, già a lungo presidente nazionale della FISH e attuale portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, che ne cura la prefazione - racconta un mondo poco conosciuto e dai contorni sfuggenti, quello appunto delle scuole speciali, fenomeno opaco di cui si fatica a conoscere i contorni, anche legislativi, a partire dal fatto che non esiste una norma chiara e precisa che ne definisca obiettivi e finalità.
Al centro del racconto i bambini che frequentano le scuole speciali in Lombardia e anche i loro genitori che, nella maggior parte dei casi, valutano questa decisione come "la scelta migliore" per rispondere alle esigenze dei propri figli. Una scelta che contrasta con quell'idea di scuola inclusiva prevista dalla normativa italiana.
La mancata presa in carico globale della famiglia, l'inerzia dei servizi specialistici, la presunta inadeguatezza del sistema scolastico ordinario rispetto alle esigenze dei bambini e dei ragazzi con disabilità - oggi giustificata anche dai tagli alle risorse - rappresentano la spinta a cercare risposte in questo tipo di istituti.
Questo fenomeno testimonia una graduale regressione della capacità della nostra comunità e del nostro sistema sociale di garantire a tutte le persone con disabilità la loro piena inclusione e partecipazione nella società.
Tale scelta di separazione della vita dei bambini e dei ragazzi con disabilità da quella del resto dei coetanei rischia inoltre di esse preludio ad un percorso di vita "separato", all'interno di contesti speciali dedicati esclusivamente alla loro assistenza e custodia.