Si è tenuta in data 16 novembre una riunione che ha coinvolto i principali esponenti delle associazioni che promuovono e tutelano il diritto delle persone con disabilità del nostro territorio e i referenti della ASL di Terni, riguardante il centro "La Farfalla", con lo scopo di fare il punto della situazione a circa due anni dalla presentazione del progetto sperimentale e per esporre il nuovo regolamento della struttura.
Da subito è emersa al tavolo di confronto una valutazione positiva dell'esperienza che gli operatori stanno portando avanti con successo, un successo che ha calamitato sempre maggiori richieste di accoglienza da parte di chi ne necessita.
Il progetto "La Farfalla" nasce con l'esigenza di portare avanti i servizi per il "Dopo Di Noi" e quindi garantire cure ed assistenza a chi non ha più una famiglia o qualcuno che se ne prenda cura.
Il nuovo regolamento prevede ad oggi assistenza per persone con disabilità in un range di età che va dai 18 ai 65 anni, residenti nel Comune di Terni: in particolare, è previsto l'accesso di persone con disabilità che richiedono un forte impegno di sostegni (4 persone, che sono state valutate con lo strumento denominato SVAMDI, sono risultate - secondo i criteri adottati da questo strumento - "ad elevato e medio/elevato impegno assistenziale) e persone con una minore necessità di sostegni (4 persone che hanno ottenuto una valutazione - sempre con i criteri della SVAMDI - di "medio e lieve impegno assistenziale").
Viene inoltre riservato un posto letto per situazioni di gravissima emergenza.
L'iter per la domanda di inserimento nella struttura parte dalla richiesta scritta su apposito modulo a cui va allegata l'attestazione del medico curante della persona con disabilità in cui sono riportati i dati più significativi circa la sua salute.
A seguito della compilazione della SVAMDI viene elaborato quello che il regolamento definisce il "Progetto di vita", che parte dagli "obiettivi di vita" emersi dal colloquio dell'apposita équipe multidisciplinare con la persona interessata e/o con i suoi familiari e/o con il suo tutore.
In linea col "Progetto individuale" deve essere elaborato il PAI (Progetto Assistenziale Individuale) congiuntamente dal medico responsabile del Centro di Salute, l'assistente sociale di riferimento e il direttore sanitario della struttura.
La tipologia di assistenza che viene elargita è di tre tipi:
Ogni utente della Struttura viene dotato fin dal suo primo ingresso di una cartella socio-sanitaria personale contenente i documenti più significativi tra cui:
Il controllo periodico della qualità della permanenza di ogni persona viene gestito trimestralmente attraverso opportune verifiche e monitoraggi effettuati dagli operatori stessi che si curano il benessere delle persone con disabilità, in stretto contatto con l'assistente sociale di riferimento per accertare quanto opportuno sia il proseguimento dell'ospitalità in struttura, del PAI, un suo aggiustamento o modifica.
Il raggiungimento degli obiettivi preventivamente fissati nel PAI comporta, previa verifica (di norma prevista una settimana prima), la dimissione della persona con disabilità dopo che l'Unità di Valutazione Multidisciplinare Disabili Adulti ne abbia accertato, in un secondo momento, i requisiti per avviare tale pratica.
Rientrano comunque nella casistica della struttura anche le dimissioni così dette "straordinarie", che comprendono due fattispecie: le situazioni in cui o un familiare o il tutore della persona fa presente la volontà di interrompere il ricovero per motivi personali; quelle in cui si assiste ad un peggioramento della situazione che non permetta il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PAI e quindi viene meno il motivo stesso del ricovero nella struttura; oppure nei casi in cui la famiglia, mutata la situazione di criticità in positivo si ripropone e riscopre come luogo adatto all'aiuto e all'assistenza della persona cara.
Qualunque sia il motivo e la tipologia di dimissione è comunque prevista la trascrizione di un altro PAI, vincolato sempre e comunque ai nuovi "obiettivi di vita" decisi in accordo con la persona interessata e/o un familiare o tutore.
Quello de "La Farfalla" è un progetto di tipo sperimentale, ma auspichiamo che - anche grazie alla partecipazione della rete associativa alle fasi di progettazione e monitoraggio delle attività - possa diventare un "fiore all'occhiello" del territorio ternano, con la speranza che esperienze del genere si possano replicare.