Eccomi alla Marcia della pace 2021. Io a Milano, il mio avatar curioso sul piazzale di Santa Maria degli Angeli in Assisi. Ho intervistato Giampiero Griffo, presente col suo avatar. Due chiacchiere con i presenti e ho incrociato un'amica di penna. Intervista per Rai 3 e sensazione immersiva totale. Ma l'avatar è per tutti (diciamo per molti), ecco perché ne diffondo la conoscenza. Si può lavorare, visitare e studiare a distanza.
Torniamo al giorno della marcia con Giampiero Griffo, habitué della manifestazione che quest'anno non poteva esserci. Si presenta: «Sin dal 1972 è un difensore dei diritti umani delle persone con disabilità a livello nazionale ed internazionale. Dal 2019 è coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità». Sono parole modeste di uno dei più autorevoli personaggi della disabilità. Non è Mario Draghi, ma poco ci manca.
Il dottor Griffo era alla marcia dalla sua Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, grazie all'avatar. Raccontare come l'abbia avuto mostra che non c'è avatar senza intervento umano.
Andrea Tonucci, presidente dell'Associazione Vita Indipendente (Avi) Umbria (che è aderente alla Federazione italiana per il superamento dell'handicap Umbria), racconta come sia stato «naturale ma sorprendentemente stimolante» costruire un intreccio virtuoso di concomitanze e reazioni a catena fra Centro servizi volontariato (Cesvol) Umbria e Associazione nazionale centri di servizio per il volontariato (csv.net).
Una sinergia necessaria per sostenere presso gli organizzatori della Marcia la partecipazione dei giovani con disabilità con un avatar robotico. Il tema della marcia, continua Andrea, era I Care, mi prendo cura, e«Avi ha ritenuto importante impegnarsi per fare dell'avatar un'opportunità per l'indipendenza».
Andrea è convinto che i facilitatori, cioè gli strumenti che migliorano il rapporto persona con proprie condizioni di salute-ambiente, implementino la partecipazione dei disabili nella vita sociale. Racconta che ha «contattato attraverso il Centro servizi volontariato Sebastian Vadalà, titolare della Genius robotic, l'azienda che tratta l'avatar, per verificare la fattibilità dell'avatar alla marcia. Intanto il dottor Griffo si era reso indisponibile a partecipare alla Marcia e così si è pensato di affidargli un altro avatar». Uno per la persona in marcia e l'altro per Giampiero Griffo.
Ma dove trovare due avatar in un colpo solo? Dall'istituto tecnico superiore Enzo Ferrari di Susa, che li ha forniti in comodato d'uso e li usa dal gennaio 2021 per l'inclusione dei propri studenti.
Il resoconto di questi passaggi per far capire che l'avatar non si sposta da solo. E che i rapporti umani sono necessari per far attecchire la tecnologia.
E che centro io? Mi ha contattato Sebastian per chiedermi se volessi partecipare. Ho accettato senza tentennamenti per una testimonianza ulteriormente inclusiva, visto che conduco l'avatar col software per pilotarlo anche da chi è completamente paralizzato. Made in Siena, si chiama Braincontrol e lo produce la LiquidWeb. E via: ho preso possesso di uno degli avatar per intervistare l'altro, condotto dal Griffo.Quel giorno un giornalista ha intervistato un personaggio, entrambi con un avatar. Lombardia e Campania in campo aperto in Umbria. Giornalista e intervistato presenti a distanza. Un bel segnale di manifestazione di sé alternativa.
Giampiero racconta:«Da molti anni partecipo alla marcia Perugia, ma quest'anno non potevo esserci. Farlo attraverso un avatar robotico è stata un'esperienza nuova ed emozionante. Muoversi per mezzo dei comandi del robot, parlare a 400 km di distanza con gli amici sentendosi in presenza, parlare dal palco della Rocca alle migliaia di partecipanti è stato straordinario. Ormai gli esseri umani non dipendono più dai limiti del corpo, fondamentale per le persone con disabilità».
Intervista conclusa parlando di inclusione e autodeterminazione, Giampiero si è sganciato per riapparire più tardi sul palco e intanto cedere l'avatar a Guglielmo Mezzanotte, capace studente di informatica all'università di Perugia.
Fonte: www.invisibilie.corriere.it