L'ordinanza n.1112 del 7 aprile 2008 del TAR della Campania introduce il criterio secondo cui i posti di sostegno devono rispettare "le effettive esigenze" dei singoli alunni, in ottemperanza del diritto costituzionale all'integrazione scolastica, rigettando, di fatto, il criterio secondo cui i posti di sostegno siano fissati attraverso parametri astratti ("nel numero di uno ogni 138 alunni frequentanti con deroghe previste solo in presenza di certificazione di handicap in situazione di gravità") .
L'articolo di Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH, Le ore di sostegno vanno assegnate secondo le effettive esigenze ci sottopone un'interessante riflessione: se infatti non può che considerarsi positivamente tale decisione del TAR, si intravede in essa il riflesso della tendenza ad una interpretazione, sempre più riduttiva nel tempo, delle risorse previste dalla legge per soddisfare i bisogni educativi speciali. Il rischio è quello di identificare le "effettive esigenze" delle persone con disabilità "esclusivamente" con quelle da soddisfarsi con le ore di sostegno dimenticando che, oltre agli "insegnanti specializzati", sono previste le "equipe medico-psicopedagogiche ed altre forme di sostegno fornite dallo Stato e dagli enti locali secondo le rispettive competenze" e soprattutto, come principale risorsa dell'integrazione, la "presa in carico da parte degli insegnanti curricolari".
Il secondo articolo, riguarda una ricerca condotta da M.E. De Caroli, E. Sagone, R. Falanga della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Catania dal titolo Sé professionale e atteggiamenti sociali verso la disabilità negli insegnanti di sostegno della scuola dell'infanzia, primaria e media inferiore, pubblicato su Giornale Italiano delle Disabilità, anno VII, n. 3 - dicembre 2007, pp.15/26 (consultabile presso il Centro di Documentazione sulla Disabilità). Da questo lavoro emerge, da parte degli insegnanti di sostegno, un "dichiarato" atteggiamento positivo, empatico, nei confronti della disabilità e degli obbiettivi raggiungibili con l'integrazione scolastica e sociale, in contraddizione con un "rappresentato" da cui emerge una sentire meno positivo nella relazione tra il sé professionale e gli alunni con disabilità. Ciò che emerge come particolarmente critico sembra riguardare il sentimento di soddisfazione professionale, elemento che può condizionare negativamente sia la qualità dell'impegno professionale, sia le reazioni emotive ad esso rivolte. Secondo le autrici appaiono necessarie ulteriori analisi delle dimensioni psicologiche degli insegnanti, ma, anche, attività di monitoraggio della qualità dei percorsi formativi che influiscono sulla costuzione dell'identità professionale.