(Comunicato stampa). Un nuovo Welfare sarà forse possibile nel medio-lungo periodo, passata l'emergenza, ridisegnando l'architettura del sistema e fissando le priorità in primo luogo, quelle "non contrattabili, mai" rimarca Tonucci; poi quantificando le risorse disponibili, e infine i parametri, certi e trasparenti, per assegnare tali risorse all'assistenza delle persone con disabilità. I tagli, hanno confermato Comune e Asl nell'incontro di mercoledì scorso (15 settembre, ndr) con le associazioni delle persone con disabilità, resteranno: ma non saranno indiscriminati e verranno valutate le singole prese in carico delle persone: "c'è stata una buona disponibilità da parte delle Istituzioni, da ora in poi l'errore del passato, cioè il mancato governo del sistema che ha fatto lievitare i costi del sociale, non dovrebbe ripetersi. Il modello della presa in carico e del progetto individuale ex legge 328, che la FISH - ricorda Tonucci - già da anni proponeva come alternativa al principio della "quantità di prestazioni", oggi con la crisi diventa stringente, e sarà finalmente attuato. C'è stata condivisione di intenti tra Istituzioni e parti sociali, e ne siamo soddisfatti" ha proseguito, "i tagli al sanitario sono stati già compiuti, ma in modo tale che l'utenza resta coperta fino al prossimo anno; quelli al sociale sono ancora da vedere, staremo a vedere".
"In ogni caso" ha considerato Tonucci "questa è l'emergenza, ed è inevitabile. Ciò che preme alla F.I.S.H. è che col Piano regolatore del Sociale promosso dal Comune si guarda avanti, e finalmente, cosa non scontata, c'è pieno accordo col sindacato, FISH e FAND sono insieme, col Forum Terzo Settore l'unità di intenti, a livello nazionale e regionale, non è certo da ora". Insomma, per FISH si riparte col piede giusto. L'auspicio è "che si ricomponga nel medio-lungo periodo, quello che ora, nell'emergenza, era diventato uno scontro tutto politico e sulle cifre, una guerra in cui si dimenticavano le 'vittime' finali, cioè le persone con disabilità, i principali titolari di diritti".
No all'ottica dell'emergenza, no alla prestazione indifferenziata che fa lievitare i costi e non riduce i bisogni, ma che "accontenta economicamente tutti, fino allo spettro di tagli successivi", è l'affondo di Tonucci; no al considerare diritti e priorità come ‘costi variabili', perchè "tali non sono, sono la base fissa da cui partire per poi modulare l'assistenza". Sì, dice FISH, alla rivalutazione dei bisogni, alla personalizzazione degli interventi, alla varietà delle prestazioni, a regole eque e trasparenti per l'accesso ai servizi e alla valutazione partecipata degli stessi.
Un "Welfare sostenibile" di cui si è parlato, quindi, anche giovedì scorso nel tavolo sul Piano Regolatore del Sociale, allargando qui lo sguardo dal sociosanitario a tutti i diritti di cittadinanza: scuola e integrazione, mobilità e accessibilità, lavoro, servizi globali alla persona. Un Piano che coinvolge, trasversalmente, tutti i settori della programmazione pubblica, per un impatto positivo sulla vita delle persone, con disabilità o meno.
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