In un articolo del primo ottobre scorso del Corriere dell'Umbria (leggi qui), si sottolineava l'impegno della Regione verso l'eliminazione delle barriere architettoniche in edifici privati come fosse una misura straordinaria messa in campo dalla Regione stessa per soddisfare necessità ad hoc.
In realtà ciò che accade è questo: i soldi vengono stanziati con anni di ritardo rispetto alla richiesta avanzata dalle famiglie (sono ancora in sospeso quelli per le domande che risalgono al 2004), e, comunque, la cifra destinata non riesce mai a coprire il fabbisogno.
È il solito cortocircuito a carico del cittadino con disabilità: si continua a progettare abitazioni private compatibili solo con alcuni standard di popolazione - ignorando qualsiasi statistica sulla correlazione tra invecchiamento e disabilità acquisita - e quindi ci si trova a dover convivere con le barriere architettoniche di cui si provvede all'abbattimento, che rimane a carico del cittadino per molti anni prima che venga stanziato il rimborso.
Con due deliberazioni della Giunta Regionale si rinnova anche per quest'anno il rifinanziamento della Legge regionale n. 19 del 23 ottobre 2002 e della n. 13 del 9 gennaio 1989. Esse, pubblicate nel BUR n. 25 dell'8 giugno 2011, non cambiano l'andamento degli ultimi anni.
Nella prima, Delibera di Giunta Regionale n. 406 del 2 maggio 2011 (leggi qui), è stato determinato il fabbisogno regionale di circa 9.331.664 euro effettuata sulla base delle richieste di contributo per l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati; di questi, 989.740 euro riguardano i contributi richiesti dai cittadini nell'anno in corso.
Nella seconda, Delibera di Giunta Regionale n. 451 del 9 maggio 2011 (leggi qui), il fabbisogno regionale, per l'anno in corso, è di 5.443.521 euro; il finanziamento complessivo ai Comuni di 385.600 euro. Di questa cifra, 47.448 euro sono destinati all'esaurimento delle domande in attesa dal 2004 che riguardano i Comuni di Terni e Spoleto.