Le ragioni e le richieste dalle Associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, che si sono mobilitate il 19 giugno scorso davanti a Palazzo Cesaroni (leggi qui la news), sono state ascoltate e accolte dal Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega, che ha fissato un'audizione per il prossimo 10 luglio 2012 con la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale. L'incontro è stato fissato in concomitanza con uno degli ultimi Consigli regionali prima della pausa estiva al fine di agevolare l'auspicabile partecipazione degli Assessori competenti in materia.
Per dare continuità, anche a livello territoriale, all'azione di richiesta di partecipazione e confronto sulle questioni che riguardano le persone con disabilità, la FISH Umbria ONLUS e la FAND Umbria hanno inviato una lettera aperta ai Sindaci delle Zone sociali n. 10, 11 e 12 (Terni, Narni e Orvieto) e al Direttore Generale della ASL n. 4 Vincenzo Panella al fine di chiedere alle Istituzioni locali di essere messe al corrente di quanto sta accadendo e soprattutto di partecipare al confronto da cui stanno scaturendo le scelte che andranno a toccare il futuro delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Si riporta, di seguito, il testo della lettera aperta.
Alla cortese attenzione
Dei Sindaci dei Comuni capofila delle Zone Sociali n. 10, 11 e 12
Leopoldo Di Girolamo (Sindaco di Terni)
Francesco De Rebotti (Sindaco di Narni)
Antonio Concina (Sindaco di Orvieto)
Del Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale n. 4 dell'Umbria
Vincenzo Panella
Oggetto: Lettera aperta alle Istituzioni locali
Le Associazioni della provincia di Terni aderenti alla FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e alla FAND Umbria (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), dopo la manifestazione organizzata la scorsa settimana a Perugia, sotto il palazzo del Consiglio regionale, rilanciano il loro allarme riguardo il sempre più grave peggioramento degli standard di vita delle persone con disabilità che anche, e soprattutto, a causa dei tagli delle prestazioni e dei servizi a loro destinati, sperimentano una minaccia reale ai loro diritti fondamentali.
Ogni giorno di più si assiste alla drastica riduzione dei sussidi all'istruzione e al lavoro per le persone con disabilità, l'aumento della disoccupazione, l'aumento dell'abbandono scolastico, la riduzione delle sovvenzioni ai trasporti e ai servizi alle persone, compresi i servizi sanitari, che ostacolano la partecipazione alla vita sociale e l'esercizio del diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente (*).
La mancanza di vedute lungimiranti degli effetti a lungo termine degli attuali tagli in nome di una innegabile emergenza economica e finanziaria mina la prospettiva di un futuro sostenibile per molte persone con disabilità e per le loro famiglie. Da troppo tempo denunciamo un deficit di volontà e di capacità da parte di chi dovrebbe garantire appropriatezza e trasparenza nel fissare i criteri d'accesso alle prestazioni e ai servizi.
Fino a poco tempo fa, ai nostri Amministratori si riconosceva - ingenuamente (?!) - il merito di essere bravi e buoni perché spendevano per il socio-sanitario più degli altri, mentre oggi vengono premiati perché risparmiano più degli altri.
Riteniamo che le colpe del passato siano legate all'assenza di un sistema di presa in carico in grado di riconoscere i diritti e i bisogni delle persone, quindi un sistema non appropriato e tanto meno equo e, in assenza di regole, inevitabilmente ispirato da "personali sensibilità" più che da considerazioni oggettive. Un sistema in cui i diritti sono stati costretti a convivere con i privilegi, creando una grande confusione, costosa (per le casse pubbliche) e non dignitosa (per le persone).
Ieri (dal 2005) denunciavamo che, al di là della più o meno "generosa quantità", non era tollerabile assistere all'attivazione di prestazioni senza nemmeno conoscere le persone, oggi denunciamo una situazione ancor più pesante e veramente impossibile da sostenere per coloro che, senza incertezze, si trovano ad essere accusati di aver impropriamente consumato prestazioni, e quindi risorse pubbliche.
Non tanto la perdita di "generosità", quanto l'assenza di una valutazione della persona con disabilità che non sia centrata sul risultato economico e l'assenza di regole certe all'accesso dei servizi ci obbliga a continuare la nostra protesta.
Gli attuali tagli ci indicano il permanere di uno stato di cose in cui appropriatezza ed equità rimangono pericolosamente l'ultimo dei pensieri di chi, limitandosi a tagli lineari calati dall'alto, fa pagare ad altri le colpe di coloro che, sicuramente ieri e forse ancor oggi, non hanno saputo o voluto fare il proprio lavoro nell'interesse dei cittadini, in particolare di quelli che per questo motivo si ritrovano ad essere titolari di diritti disconosciuti.
Chiediamo di essere messi al corrente di quanto sta accadendo e soprattutto di partecipare al confronto da cui stanno scaturendo le scelte che andranno a toccare il futuro delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Non costringeteci a rappresentarle e tutelarle scendendo in piazza!
È possibile leggere la lettera aperta anche in formato PDF (file in PDF).
(*) Tratto da La via dei diritti umani per uscire dalla crisi, approvata nel corso della recente Assemblea Generale del Forum Europeo della Disabilità tenutasi a Copenaghen.