Come due anni fa, nel settembre 2010, anche quest'anno ci troviamo di fronte ad una sorta di paradosso: una vicenda "architettettonicamente" (e non solo) incresciosa - che ha riguardato le barriere architettoniche non rimosse in questa città - cade proprio nel mezzo di un'importante iniziativa realizzata dal mondo dell'architettura.
Ci stiamo riferendo, rispettivamente, alla questione dell'inaccessibilità del Ponte Carrara durante Terni ON (di cui abbiamo diffusamente parlato, leggi qui) e all'iniziativa che coinvolge il mondo dell'architettura nella nostra città: il «Mese dell'Architettura».
Anche nel 2010 c'era la Festa dell'Architettura in Umbria (per la precisione veniva inaugurata la prima edizione) e, anche quella volta, sotto il Ponte Carrara le persone con disabilità trovavano barriere architettoniche durante un iniziativa pubblica (ne abbiamo parlato qui).
Due anni dopo, la stessa (o quasi) situazione: da un lato, l'Architettura (con la "A" maiuscola), intesa come disciplina e cultura che si occupa di organizzare e vivere gli spazi urbani; dall'altro, le barriere architettoniche, intese come non cultura e restrizione della possibilità per qualcuno di vivere quegli stessi spazi urbani.
Di fronte a tale paradosso, tuttavia, non vogliamo mollare, poiché crediamo che, con il confronto (ed anche con una buona dose di scontro, purché costruttivo), si debba continuare ad affermare con forza che il discorso intorno all'Architettura (quella vera) sia un tutt'uno con quello sui diritti umani delle persone con disabilità, che trovano nell'articolo 9 («Accessibilità») della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità il fondamento giuridico contro qualunque barriera architettonica e culturale.
Per questo motivo, invitiamo tutti coloro che sono interessati al futuro urbano della propria città - nonché al diritto di tutti di potervi partecipare a pieno titolo - a prendere parte alle iniziative in programma. Dal nostro punto di vista, infatti, questi momenti sono l'occasione per far confrontare le riflessioni accademiche di architetti di eterogenea esperienza e provenienza geografica con le esigenze concrete dei cittadini ternani che vogliono vivere gli spazi urbani con indipendenza e senza vincoli discriminanti.
Il «Mese dell'Architettura» (Terni, dal 21 settembre al 26 ottobre 2012) è organizzato dall'Ordine degli Architetti di Terni (con il patrocinio del Comune di Terni) e si struttura in cinque incontri a cadenza settimanale tutti legati al tema della trasformazione urbana e ai nuovi processi di interazione.
Sono previsti workshop multidisciplinari, contestualizzati in alcuni luoghi emblematici della città: la piazza, il parco, il teatro, la stazione e il quartiere. Per ognuno dei luoghi simbolo della città, le persone con disabilità avranno modo di confrontarsi con relatori, professionisti, amministratori e altri cittadini per una riflessione sulla città proiettata verso il futuro e con l'obiettivo di essere abitabile, competitiva e ripensata dal punto di vista strategico.
Un nuovo appuntamento - dopo quello di Venerdì 21 settembre scorso in Piazza della Repubblica - è previsto per Venerdì 5 ottobre al parco: i giardini della Passeggiata (presso l'Auditorium della Chiesa del Carmine alle 17.30) saranno il luogo del workshop su «Spazio Pubblico e Identità Sociale», condotto dall'antropologo Gregory Smith, docente di urbanistica alla Cornell University, specializzato in etnografia urbana. In un ambito interattivo, i cittadini saranno invitati a narrare la propria esperienza del Parco della Passeggiata e del circostante abitato.
Dal momento che al confronto con antropologi e architetti bisogna andare preparati, affinché si possa pretendere quel continuum tra l'Architettura "alta" e i diritti alla mobilità e all'accessibilità delle persone con disabilità, ricordiamo che tra le questioni più urgenti che questa città deve risolvere è quella dell'elaborazione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
È importante precisare, infatti, che, vecchie o nuove che siano le opere architettoniche di questa città, devono poter permettere a tutti la loro fruizione, con una adeguata progettazione capace di superare o eliminare le barriere architettoniche eventualmente presenti. Concetto ovvio, ma così non è, come, infatti, si è palesato anche con durante l'inaugurazione degli edifici che costituiscono la sede nuova degli uffici comunali (in cui, pur essendo palazzi nuovi, presentavano barriere architettoniche).
Eppure, anche in questo caso, esiste lo strumento del PEBA (prescritto dalla normativa fin dal lontano 1986), che prevede la rilevazione delle barriere architettoniche al fine di programmare la realizzazione degli interventi di adeguamento in tutto ciò che era costruito precedentemente alla legge (precisazione: la normativa prevedeva l'adeguamento dell'esistente, nell'illusione generale di quegli anni nei quali si pensava che, nelle opere costruite dopo il 1986, le barriere architettoniche non avrebbero più dovuto essere presenti; ma sappiamo che così non è, anzi!).
In ogni caso, la manifestazioni architettonica di Terni può diventare l'occasione per seguire l'appello di Gustavo Fraticelli, copresidente dell'Associazione Luca Coscioni, che, da un'analisi nazionale dell'elaborazione dei PEBA, ha constato che la stragrande maggioranza dei Comuni d'Italia non adempie a questa normativa e, quindi, chiede ai cittadini una mobilitazione per pretendere che i Comuni li realizzino.
Fraticelli riporta i dati della Regione Toscana - Regione tra l'altro abbastanza all'avanguardia sul tema - in cui solo il 18,87% dei Comuni ha elaborato i PEBA, ma il 61% dichiara di avere destinato i proventi per la loro definizione. E, tuttavia, solo il 50% dei Comuni della Regione ha predisposto la cosiddetta "Mappa dell'accessibilità urbana" (continua su Superando.it).
Quindi, per tornare a noi, è necessario che i cittadini ternani sappiano che il proprio Comune ha formulato i PEBA alla fine degli anni Ottanta, ha deliberato recentemente finanziamenti per la loro definizione, ma, a tutt'oggi, non se ne vede l'ombra.
Riusciremo a far entrare anche questo punto nella agenda degli architetti (giovani o meno) ternani?