La scorsa settimana la FISH, audita sul tema dalla Commissione, aveva espresso durissime critiche allo schema di decreto proposto dal Ministero della Salute.
Nel testo c'è una patente violazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata dall'Italia nel 2009: la visione è puramente sanitaria, senza alcuna attenzione alle difficoltà e agli ostacoli all'inclusione e alle pari opportunità.
Le nuove procedure, a causa delle numerose ulteriori certificazioni specialistiche previste, produrrebbero un aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e del Cittadino. Una complicazione e un sovraccarico che mal si coniugano con le recenti tendenze alla semplificazione amministrativa e alla spending review.
La Federazione contesta anche la debolezza, inadeguatezza e arretratezza scientifica dello strumento di valutazione che si continua ad adottare. Al contempo, lo schema di decreto, incredibilmente, non fornisce alcuna indicazione per la valutazione specifica degli atti quotidiani della vita, cioè del requisito principale per accedere all'indennità di accompagnamento, preferendo lasciare carta bianca all'INPS.
La FISH aveva espressamente invitato la Commissione ad esprimere parere negativo allo schema di decreto.
Oggi, su proposta dell'onorevole Margherita Miotto (capogruppo PD in Commissione), la Commissione, praticamente all'unanimità, ha rimandato al Ministero l'atto con parere negativo.
"Ci auguriamo che questa stroncatura sia il punto di partenza di una riflessione più profonda sulle modalità di valutazione della disabilità più funzionale all'inclusione sociale, alle pari opportunità e ai diritti di tanti Cittadini italiani. Ora la palla torna al Ministro Balduzzi...".