Il 16 Maggio, a Terni, è stato presentato pubblicamente il progetto di restauro ed adeguamento funzionale dello storico Teatro ternano.
All'evento, cui hanno partecipato numerose Autorità, tra cui Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria, il Sindaco Leopoldo Di Girolamo, l'Assessore Regionale alle Opere Pubbliche Stefano Vinti e gli Assessori Comunali Silvano Ricci e Simone Guerra, sono stati invitati anche il Centro per l'Autonomia Umbro e le Associazioni della FISH Umbria.
Tra l'altro, l'Amministrazione Comunale ha programmato per la fine di Maggio una Conferenza dei Servizi per la valutazione e condivisione del progetto di restauro.
Forse, dopo lunghi tempi di attesa, si inizia a ravvisare un timido segnale di risveglio dell'attenzione dell'Amministrazione nei confronti di Agenda 22; l'auspicio è che l'invito a partecipare alla valutazione del progetto del nuovo Teatro Verdi e l'indizione della Conferenza dei Servizi stiano segnando l'inizio di una nuova stagione di politiche inclusive nella nostra città.
Probabilmente, però, bisognerà attendere ancora qualche mese per comprendere se, questa volta, si tratti di una seria volontà e capacità di fare, oppure, l'ennesima replica di una finta partenza.
Tra l'altro va aggiunto che l'avvio dei tavoli di Agenda 22, in particolare in relazione alle tematiche sull'Accessibilità e Mobilità, si rendono quanto mai indispensabili visti gli interventi che l'Amministrazione Comunale si accinge ad intraprendere.
Tra gli interventi che il Comune di Terni è in procinto di operare, se ne possono citare alcuni che rivestono una particolare rilevanza funzionale, storico-culturale e ricreativa, per l'intera cittadinanza:
Pertanto si presenta l'occasione di creare una città pienamente inclusiva, purchè, per tempo venga, definita ed attuata (o meglio resa operativa) una metodologia di lavoro attraverso la quale gli interventi inerenti i temi dell'accessibilità e mobilità (ma non solo) vengano ricondotti ad unico momento di concertazione (Agenda 22) e non a singoli momenti scollegati da qualsiasi macro obiettivo.
La scarsità di risorse non consente più di assistere ad interventi che si limitino alla realizzazione di opere pubbliche meramente "accessibili", ma tutt'altro che inclusive, come ad esempio, la realizzazione, in corrispondenza di un ingresso secondario, di una rampa d'accesso con pendenza all'8% "dedicata" alle persone con disabilità.
Così facendo si perde di vista quello dovrebbe essere il principio ispiratore di ogni azione, ossia il rispetto dei diritti umani universali di ogni cittadino, in questo caso, il diritto alla «Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport» (l'Art. 30 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con disabilità), impiegando, ancora una volta, in modo inappropriato le risorse economiche pubbliche.