Nella Grecia antica sulle porte della biblioteca di Tebe si stagliava la scritta: "La farmacia dell'anima"; che leggere libri "faccia bene" a tutti è da sempre risaputo. Nel corso del ‘900, però, è stato sperimentato che un uso guidato della lettura possa avere degli effetti terapeutici (per esempio in stati di depressione o in persone con dipendenza da alcool).
La lettura ad alta voce, utilizzata all'interno di un progetto riabilitativo-educativo individuale, favorisce l'ascolto, potenzia l'autostima e instaura una relazione tra chi legge e chi ascolta, e fra gli ascoltatori tra loro in quanto condividono la stessa esperienza. Alcune persone saranno capaci di seguire la storia, altre coglieranno solo le sonorità della voce, ma non per questo non potranno trarre benefici dalle sensazioni prodotte.
Gabriella La Rovere, coordinatrice del progetto "Letture della speranza", racconta che fin dal primo incontro svoltosi lunedì scorso, i ragazzi hanno reagito allo stimolo della lettura. Chi con un sorriso, chi con la postura del corpo, chi mostrando un'insolita attenzione.
Agli appuntamenti, previsti da ottobre a maggio ogni due settimane, sono presenti gli educatori di riferimento, con la supervisione del neurologo del Centro Speranza.
Il progetto è patrocinato dall'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Umbria e dal Corriere dell'Umbria.