Marco Paolini continua con il suo teatro ad esplorare strade poco battute. A portare a galla storie, frammenti, ricordi di molte persone i cui nomi restano sconosciuti; a trattare argomenti spinosi e per questo rimossi dalla coscienza collettiva, approfondendoli con uno sguardo lucido e privo di retorica.
Il fine è proprio quello di non dimenticare, alla vigilia della "Giornata della memoria", le orribili conseguenze delle teorie sull'eugenetica avanzate dall'ideologia nazista, che hanno giustificato pratiche come la sterilizzazione e l'eliminazione fisica delle persone con disabilità e dei malati di mente.
Sostiene infatti Paolini: "Ritengo che questo racconto non coinvolga solo il nazismo, ma che ponga domande molto difficili e importanti che riguardano anche il presente"; per questo motivo, al termine del monologo, si terrà un dibattito moderato da Gad Lerner tra psichiatri, ex degenti dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano (da dove sarà trasmesso il programma), e il pubblico presente in sala.
Forme di esclusione e discriminazione non violente ma che incidono in maniera concreta nella vita delle persone con disabilità sono presenti, ancora oggi, nella nostra civile società occidentale. Esistono pregiudizi, così come possibilità e diritti negati. Come se, in fondo, la vita di alcuni non fosse degna di essere vissuta al pari di altri.