Quella del «Family Help» è una storia che inizia nel 2010 quando è stato approvato il programma attuativo relativo agli interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (ai sensi dell'articolo 3, comma 8, lett. c, della Intesa in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni, Province Autonome ed Enti locali del 29 aprile 2009), che conteneva due progetti di cui uno denominato «Progetto sperimentale Family Help (famiglie/persone in aiuto al lavoro di cura, a sostegno dei compiti familiari)».
Il «Family Help» - come abbiamo accennato la settimana scorsa (leggi qui il focus) - è una persona che si rende disponibile ad offrire servizi di cura e sostegno educativo alle famiglie o alle madri sole. Si rivolge alle famiglie in cui è presente una madre sola e/o in cui ci sono uno o più minori di anni 14, e/o una o più persona anziana ultra sessantacinquenne con disabilità, oppure senza disabilità ma con necessità di aiuto. Il «Family Help» è una figura che necessita di una specifica preparazione.
Nei giorni scorsi, la Regione ha pubblicato l'elenco dei «Family Help» e la Determinazione dirigenziale che ne disciplina funzioni e modalità di attivazione (leggi qui il testo).
Elenco regionale dei «Family Help»
Gli iscritti dell'Elenco regionale dei «Family Help» possono svolgere una serie di attività di cura a favore delle persone che ne faranno richiesta, distinte per i minorenni e per gli adulti in difficoltà.Per maggiori informazioni riguardo alle modalità di accesso ai contributi per poter richiedere un «Family Help», leggi la scheda del Servizio di Contact Center.
Il principio del voucher per "acquistare" i servizi del «Family Help» è, almeno in Umbria, oggetto di critiche. Ci sono coloro che ritengono che il voucher crei una specie di sistema privato che andrebbe a discapito di coloro che sono meno abbienti. Ci sono, poi, quelli che lo criticano perché andrebbe in concorrenza con il sistema cooperativo. Ci sono, infine, quelli che - entrando più nel merito del «Family Help» ne obbiettano la scarsa professionalità se paragonata ai professionisti qualificati per l'assistenza che escono dagli specifici corsi di formazione.
A Terni, ad esempio, queste critiche sono state mosse dal Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra, il quale, il 17 ottobre scorso, aveva formalmente chiesto al Sindaco Leopoldo Di Girolamo di «[…] farsi portavoce presso la Regione affinché il progetto Help Family venga rivisto onde scongiurare l'eventualità che si realizza una sorta di welfare per soli "ricchi" parallelo a quello pubblico sempre più depauperato e svilito nel suo ruolo […]». Inoltre, le critiche riguardavano anche la disparità di trattamento tra chi ha potuto usufruire di una formazione gratuita da parte della Regione (i «Family Help») e i «[…] tanti operatori sociali [che] hanno sostenuto corsi pluriennali e pagati di tasca propria […]».
A queste e ad altre critiche, ha preventivamente risposto indirettamente l'Assessore alle politiche sociali e Vicepresidente regionale Carla Casciari, la quale, il 12 ottobre, aveva precisato che: «[…] l'iniziativa [il Family Help, N.d.R.] servirà a fornire una serie di servizi aggiuntivi a quelli normalmente erogati dai Comuni per i quali normalmente viene fatto ricorso ad un mercato privato che, a sua volta, si rivolge a persone che prestano servizio dietro compenso spesso in "nero". Per tale ragione si vuole formare un elenco di soggetti a cui non si rilascia nessuna qualifica professionale, proprio per non invadere i campi che, normalmente, sono di pertinenza di altri soggetti».
I Family Help che sono elencati nell'albo e che insistono nella provincia di Terni si possono contare sulle dita di una mano.
I nostri concittadini ternani che intendano avvalersi del «Family Help» dovranno accontentarsi, almeno per ora, solo di cinque nominativi presenti nell'Elenco regionale (su un totale di 100 persone, di cui 25 nell'ambito del perugino). Inoltre, a voler complicare le cose, il Comune di Terni, ad oggi, non ha ancora pubblicato nel proprio sito web né l'Elenco regionale, né i moduli per procedere alla richiesta.
I cittadini narnesi, potranno contare su tre «Family Help», quelli dell'amerino su due e, infine, quelli dell'orvietano su tre. La comunicazione istituzionale a livello informatico è, per ora, similare a quella del Comune di Terni.