La Giunta Regionale dell'Umbria, con la Delibera n. 1796/2014, ha approvato la riqualificazione del sistema di assistenza sanitaria per persone definite «con disabilità cognitivo-relazionale complessa». Il documento istruttorio, approvato dalla Giunta, è volto alla realizzazione di diversi tipi di interventi, che verranno presi in esame in questa news.
Con la Delibera n. 1796 del 29 dicembre 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Umbria dello scorso 11 febbraio, la Giunta Regionale ha fatto proprio un documento istruttorio volto alla realizzazione di «interventi per la riqualificazione del sistema di assistenza sanitaria per persone con disabilità cognitiva-relazionale complessa».
Nel documento si legge che - dall'analisi dei dati INPS relativi all'anno 2013 - le persone con disabilità «cognitivo-relazionale», dunque persone con menomazione alle funzioni cognitive e con disturbi di relazione inter-personale, sono quelle che spesso incontrano maggiori difficoltà, per le proprie condizioni di salute, nell'accesso e nell'interfaccia con i servizi sanitari.
La procedura che è stata individuata per ovviare al manifestarsi di eventuali difficoltà in questo senso, prevede che i medici di base e i/le pediatri/e possano predisporre una carta sanitaria personale della persona con disabilità, in cui riportare tutte le informazioni utili ad agevolare sia le persone e le famiglie che i servizi, nel momento dell'accesso e della prima lettura dei bisogni.
Per quanto riguarda gli accessi programmati ai servizi sanitari (ad esempio, per visite specialistiche o accertamenti strumentali), dovrà essere individuato un accesso preferenziale (ad esempio, un numero verde) per le persone con disabilità. L'indicazione dovrà essere fornita dal medico di base e dai/dalle pediatri/e anche attraverso la chiamata diretta al numero verde. La modalità di esecuzione delle prestazioni, invece, dovrà essere definita dal medico specialista. Nel caso in cui siano state richieste più visite specialistiche, da parte del medico di base o dal/dalla pediatra, dovrà essere la Direzione Sanitaria a coordinare i vari interventi sanitari.
Nei casi di accesso al Pronto Soccorso per situazioni di urgenza, potrà essere garantito l'accesso facilitato alle persone con disabilità, «attraverso la definizione di una priorità a "parità di codice", creando aree di osservazione "privilegiate"», in cui sarà consentita la presenza di un/una familiare o di altro/a accompagnatore/trice ed, eventualmente, di personale volontario che possa supportare la persona e la propria famiglia.
Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, invece, la presa in carico della persona sarà seguita dai/dalle caposala che garantiranno anche il coordinamento complessivo degli interventi sanitari e l'appropriata sistemazione della persona all'interno della struttura ospedaliera, di concerto con il supporto operativo degli/delle infermieri/e.
Infine, nel documento si legge che, entro la metà del 2015, dovrà essere attivato un programma di formazione del personale medico e volontario, volto alla sensibilizzazione, alla responsabilizzazione e all'aggiornamento in merito alle modalità di ascolto e di interpretazione dei bisogni espressi dalla persona con disabilità.
Con l'adozione e l'approvazione del documento istruttorio, la Giunta Regionale dà mandato alle Aziende Sanitarie Locali (ASL) di individuare le équipe da formare e di dare l'avvio all'organizzazione degli interventi e di prevederne la verifica dell'attuazione, a distanza di un anno.
Nel documento istruttorio viene inoltre richiamata la normativa regionale in tema di riqualificazione del sistema di assistenza per le persone con disabilità (secondo la Delibera del Consiglio Regionale n. 170 del 31 luglio 2012) e l'istituzione dell'Osservatorio Regionale sulla condizione delle persone con disabilità, strumento della Giunta Regionale volto a monitorare la situazione regionale in tema di disabilità, cui partecipano operatori di servizi (pubblici e privati) e le associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari.