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Il seminario sulla sperimentazione della Vita indipendente

Pubblicato il 10/04/2015 - Letto 3237 volte
Quella che si è avviata ufficialmente con il seminario del 2 aprile scorso (presso la Biblioteca Comunale di Terni) è «una sfida importante» per affermare il diritto delle persone con disabilità a vivere come chiunque altro come prevede la Convenzione dell'ONU sui Diritti delle persone con disabilità. Il seminario ha visto una positiva e significativa partecipazione di tutti coloro che sono interessati al tema della Vita Indipendente e soprattutto della rete dei servizi che, a vario titolo, parteciperà alla sperimentazione.

Giovedì 2 aprile scorso - come annunciato in queste pagine - si è tenuto il seminario di presentazione della sperimentazione del progetto "Vita Indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità", che - ricordiamo - nasce dal bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e vede la partecipazione della Regione Umbria (che, insieme al Ministero, ha co-finanziato il progetto), del Comune di Terni, del Distretto sanitario di Terni della USL Umbria n. 2 e del Centro per l'Autonomia Umbro.

Il seminario è stato organizzato dal Comune di Terni e dall'Associazione Vita Indipendente Umbria ONLUS - con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato di Terni, nell'ambito del bando "Sviluppo e promozione territoriale del Volontariato".

«Con il progetto regionale - ha affermato la Vicepresidente regionale, nonché Assessora alle Politiche sociali Carla Casciari - sperimentiamo a Terni un modello organizzativo di servizi e strumenti innovativi che consentano alle persone con disabilità di essere protagoniste della propria vita e di godere di pari diritti e opportunità di vivere nella comunità, per la loro piena inclusione sociale».

Ricordiamo che la sperimentazione si svolgerà su tre livelli operativi:

1) il primo è relativo a valorizzare l'Empowerment della rete dei servizi e prevede la definizione, condivisa con la rete dei servizi istituzionali, del processo, degli strumenti e delle procedure necessarie a sperimentare un modello territoriale innovativo di servizi alla persona. La sperimentazione, partendo dagli obiettivi fissati nel Progetto di Vita della persona con disabilità, consentirà di ri-progettare e coordinare l'insieme degli interventi e delle prestazioni (Progetto Individuale) con una prospettiva coerente con la complessità e la durata della vita di ogni persona.

2) il secondo livello è legato all'Empowerment della persona e prevede la realizzazione dell'Agenzia per la Vita Indipendente, al fine di garantire alla persona con disabilità la libertà e la capacità di scelta della forma e delle modalità di assistenza meglio rispondenti alle proprie esigenze, anche attraverso un supporto nella ricerca e selezione del proprio assistente personale.

3) il terzo riguarda l'Empowerment della comunità di riferimento e prevede la sperimentazione di una applicazione informatica che, interfacciando le caratteristiche della singola persona con quelle degli spazi in cui intende svolgere le proprie attività di vita quotidiana e di relazione sociale, garantisca un'informazione personalizzata sull'accessibilità e sulla fruibilità di alcuni dei principali servizi del territorio.

Gli interventi di Giampiero Griffo (membro di Disabled Peoples' International) e di Federico Ciani (Post-doc Researcher in Economia dello Sviluppo presso l'Università degli Studi di Firenze) hanno - seppur con tagli e modalità molto diverse tra loro - focalizzato sull'importanza di facilitare processi di empowerment, termine anglosassone che - come sottolineato da Griffo - ha il duplice significato di «rafforzare» e «conferire potere». È solo «rafforzando» le persone e «conferendo loro potere» che è possibile far sì che esse stesse possano vivere nella propria comunità «[…] con la stessa libertà di scelta delle altre persone» (articolo 19 della Convenzione dell'ONU).

Il concetto di empowerment così inteso fa da premessa ad altro concetto fondamentale espresso da Ciani: la «capacitazione» della persona, ossia il processo che rende «capace» la persona di poter raggiungere i propri obiettivi di vita e quindi conferire concrete opportunità alle persone hanno di trasformare i propri obiettivi di vita in «funzionamenti» (questo concetto nasce sulla scorta della «teoria delle capacità» - o «capability approach» - formulata dall'economista e premio Nobel Amartya Kumar Sen).

Il progetto di sperimentazione che si sta realizzando - ha ricordato ancora Griffo - è in linea anche con la Strategia Europea sulla Disabilità 2010-2020 che prevede il raggiungimento di otto punti fondamentali: l'accessibilità, la partecipazione, l'uguaglianza, l'occupazione, l'istruzione e formazione, protezione sociale, salute e azioni esterne.

Per motivi di salute, purtroppo, Lucilla Frattura (Responsabile del Centro collaboratore italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la famiglia delle Classificazioni Internazionali e rappresentante della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia) era assente e non ha potuto portare il proprio sostanziale contributo. Nella logica del seminario, infatti, una volta affrontato il tema dei diritti umani, dell'empowerment e della teoria della capacità, sarebbe stato consequenziale affrontare il tema di come, una volta definiti gli obiettivi di vita della persona, i servizi e gli interventi consentano l'eliminazione di barriere e/o possano essere facilitatori al fine di raggiungere i funzionamenti attesi. La sperimentazione, infatti, prevede l'utilizzo del sistema VilmaFaber, un sistema di valutazione integrata e longitudinale centrato sulla persona e sul modello bio-psico-sociale, che sarebbe dovuto essere presentato proprio da Lucilla Frattura.

Francesca Malafoglia - Assessora alle Politiche sociali del Comune di Terni - ha affermato che «il fatto che la Regione e il governo abbiano deciso di finanziare, proprio a Terni, l'unico progetto dell'Umbria che doterà la città di strumenti idonei a consentire che questo avvenga, ci permette di essere un punto di riferimento regionale, un vero e proprio laboratorio di sperimentazione».

L'Assessora Casciari, dal canto suo, ha aggiunto che «è una sfida importante quella che ci proponiamo promuovendo un percorso condiviso da istituzioni e volontariato per dare attuazione all'articolo 19 della Convenzione ONU […]. Questi sono i princìpi su cui si fonda il progetto umbro - ha aggiunto - nel rispetto del "niente su di noi senza di noi" [formula adoperata dal movimento associativo per rivendicare la centralità della persona con disabilità nelle scelte che la riguardano, N.d.R.], cui ci richiama il Centro per l'Autonomia: le persone con disabilità devono avere la possibilità di scegliere, decidere e progettare la loro vita, di accrescere la loro autonomia e l'autodeterminazione, e non solo di disporre di un'adeguata assistenza».

Malafoglia ha poi concluso affermando che «la possibilità di dar vita a questa iniziativa, oltre che motivo di orgoglio e grande soddisfazione, per noi rappresenta anche una grande stimolo, perché finalmente avremo la possibilità, grazie alla grande esperienza che il Centro per l'Autonomia può garantire, di dar vita ad un progetto che a fronte di prestazioni certe, può garantire il raggiungimento di risultati che fino ad oggi potevano solo essere auspicati».

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