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Fondo di solidarietà delle chiese umbre

Pubblicato il 4/08/2009 - Letto 2395 volte
La Conferenza Episcopale Umbra ha creato il Fondo di solidarietà per integrare gli interventi sociali già esistenti e aiutare le famiglie ad affrontare le spese domestiche correnti. I beneficiari sono i nuclei monoreddito con minori, anziani e persone con disabilità ed avranno una integrazione di 500 euro al mese per un anno. Le richieste sono state 200 in un mese e mezzo, 60 le famiglie che hanno già ricevuto aiuto.

Sono 200 le richieste di intervento giunte in un mese e mezzo al "Fondo di solidarietà delle chiese umbre", nato nel mese di maggio per iniziativa della Conferenza Episcopale Umbra per venire incontro ai bisogni delle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica. Le richieste di aiuto sono giunte ai sedici centri di accoglienza della Caritas, attivi nelle città di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Umbertide, Orvieto, Todi, Perugia, Città della Pieve, Spoleto, Norcia, Arrone-Ferentillo, Bevagna, Terni, Narni e Amelia. Nella sola città di Perugia, la Caritas è intervenuta per aiutare oltre sessanta famiglie che non riescono a pagare le utenze domestiche, l'affitto o il mutuo e, nei casi in cui ci siano disabili e anziani, le richieste riguardano soprattutto l'acquisto di medicinali e l'assistenza. Il fondo, che resterà attivo per tre anni,  attualmente ammonta a più di un milione di euro, di cui la metà erogata dalle Fondazioni delle Casse di risparmio dell'Umbria. Le famiglie la cui richiesta è stata accolta, potranno contare già dal mese di agosto su un contributo mensile fino ad un massimo di 500 euro per un anno.

I beneficiari del fondo di solidarietà sono in particolare le famiglie monoreddito o con anziani e persone con disabilità gravi, o con il capofamiglia che ha perso il lavoro e non è sostenuto da ammortizzatori sociali. Il fondo integra gli interventi sociali già esistenti e aiuta le famiglie ad affrontare le spese domestiche correnti, come l'acquisto di generi alimentari, medicine, libri e rette scolastiche per i figli, affitto, mutuo e utenze.

Dal IV rapporto sulla povertà in Umbria, realizzato dall'Agenzia Umbria Ricerche e dall'Osservatorio regionale sulla povertà promosso dalla Conferenza episcopale umbra e dalla regione, emerge che il 7,3 per cento delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà. I soggetti più colpiti hanno meno di cinquanta anni e in coppia non raggiungono un reddito superiore ai 900 euro. Ma accanto ai "poveri ufficiali", c'è chi sta appena al di sopra della soglia di povertà e che corre il rischio di scivolare nella fascia dei poveri: si tratta del 7 per cento delle famiglie umbre, con figli a carico, oppure nuclei formati da anziani, donne sole e famiglie monogenitoriali.

Alcuni territori più di altri sono maggiormente colpiti dalla crisi: la fascia appenninica e lo spoletino, l'Alta valle del Tevere, la zona di Gualdo e Nocera Umbra ed il ternano. Sono le zone in cui è più forte l'emergenza legata all'occupazione, con circa 12mila lavoratori in cassa integrazione ed oltre 5.000 posti a rischio. Per accedere agli aiuti del fondo di solidarietà, basta contattare il parroco o direttamente la Caritas diocesana di appartenenza o rivolgersi anche alle sedi Acli del territorio e ai sindacati, che collaborano con l'iniziativa delle otto diocesi umbre.

(Fonte: www.superabile.it)

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