L'INPS, con le Linee Guida, ripresenta le restrizioni dei criteri per l'indennità di accompagnamento già abrogati a luglio. E la legge? FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) e FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) dichiarano la loro preoccupazione, perché il risultato dell'applicazione delle nuove regole sarà - nuovamente - l'esclusione di tante persone che ne hanno diritto.
A giugno, il Governo propone un emendamento al Decreto anti-crisi con l'intenzione di cambiare i criteri per la concessione dell'indennità di accompagnamento e dell'assegno mensile di assistenza (leggi la news).
C'è una forte campagna mediatica sull'argomento e si apre la "caccia al falso invalido". Per inciso, chissà come mai, non viene quasi mai evidenziato il ruolo dei medici responsabili dei controlli per accertare la disabilità. Come se il cittadino con disabilità si auto-esaminasse e valutasse da solo la propria condizione di salute…
A luglio, la manifestazione a Roma organizzata dalla FISH e dalla FAND sventa l'approvazione dell'emendamento: i criteri per l'indennità di accompagnamento, dunque, tornano ad essere quelli dettati dall'ultima indicazione legislativa vigente, Legge n. 508 del 21 novembre 1988 (articolo 1, comma 2, lettera b) (leggi la news).
A settembre ricompaiono, in altra forma, quegli stessi criteri nelle "Linee Guida operative in invalidità civile" comunicate dall'INPS (diffuse solo con comunicazione interna del Direttore generale a tutti i dirigenti).
Esse, così come sono state redatte, restringono in maniera drastica il numero degli aventi diritto all'indennità di accompagnamento, che sarà concessa solo a chi vive una condizione di totale e permanente impossibilità di deambulare, e non riesce da solo a svolgere gli atti elementari della vita quotidiana (come lavarsi, vestirsi, ecc.).
Saranno così tagliate fuori dall'indennità di accompagnamento anche tutte quelle persone che riescono a muovere solo pochi passi, oppure utilizzano tutori, protesi o ausili che consentono di deambulare con estrema difficoltà e lentezza, così come quelle persone con disabilità cognitiva e relazionale che magari mangiano da sole ma non sono capaci, per esempio, di maneggiare il denaro (per approfondimenti sui nuovi criteri INPS leggi il focus).
Ci si domanda, allora: e il ruolo della legge? Può l'INPS aggirare quella che è stata un conquista delle persone con disabilità, peraltro, nel subdolo modo di una comunicazione nemmeno resa pubblica?
La FISH e la FAND stanno valutando come procedere:
• lettera al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta, ed ai Ministri Tremonti e Sacconi;
• ricorso giuridico con annessi danni morali a coloro che non vedono riconosciuto il diritto alla prestazione economica in base ad una circolare Inps
• iniziativa di protesta in piazza.