L'Istituto Comprensivo Marconi di Terni nei mesi scorsi ha presentato al Comune la richiesta per la traduzione in braille dei libri di testo di un alunno cieco della scuola media. Siamo felici che la richiesta sia stata accolta, ma non dimentichiamo che le misure volte all'inclusione scolastica degli alunni con disabilità non sono "gesti di solidarietà" ma uno dei compiti che spettano ai Comuni.
Riportiamo una notizia che evidenzia come, ancora una volta, nel nostro territorio molti mass media confondono la cultura del diritto con quella della beneficenza.
A nostro avviso, invece, è necessario avere ben chiaro ciò che costituisce un diritto delle persone con disabilità - e, quindi, un dovere delle istituzioni -, da ciò che, invece, costituisce un semplice e gratuito gesto di beneficenza.
Nei primi giorni di questa settimana, alcuni quotidiani locali hanno annunciato la notizia che il Comune di Terni ha stanziato dei soldi per l'inclusione di un alunno con disabilità per la traduzione dei testi scolastici in braille. Questa notizia, che ci rallegra, è stata data come se il Comune fosse il campione della solidarietà.
Il fondo destinato per la traduzione dei testi scolastici dello studente della Marconi è di 4.632 euro; essa verrà effettuata a cura della sezione di Rieti dell'Unione Italiana Ciechi.
Non vogliamo entrare nel merito della questione, ma ci temiamo a precisare che il Comune non ha fatto altro che espletare uno dei suoi compiti. Pensare a questo come ad un gesto di beneficenza stravolge il senso del concetto di inclusione scolastica, facendo passare un diritto a livello di un privilegio o di una concessione straordinaria.
I Comuni per scuola dell'infanzia (scuola materna), scuola primaria (scuola elementare) e scuola secondaria di primo grado (scuola media), devono garantire il trasporto degli alunni con disabilità da casa a scuola o viceversa; eliminare e/o superare le barriere architettoniche; garantire l'assistenza di base (accompagnare l'alunno dall'esterno all'interno della scuola, negli spostamenti interni, accompagnamento ai servizi igienici, ecc.); garantire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione.
Rientra tra questi compiti anche quello di "garantire sussidi e ausili didattici anche informatici o interpreti gestuali e fornitura dei libri di testo, software, ecc".
Per la scuola secondaria di secondo grado tutto ciò spetta invece alle Province.
Per approfondimenti sull'integrazione scolastica, la sua definizione, la normativa, i ruoli della famiglia, della ASL, dei Comuni e delle Province si legga la scheda del Contact Center pubblicata in queste pagine.