Dopo il sit-in del 19 giugno scorso davanti a Palazzo Cesaroni a Perugia (sede del Consiglio Regionale), ecco che, Martedì 10 luglio alle 12.30, il movimento associativo - rappresentato da FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), FAND Umbria (Federazione tra le Associazioni Nazionali Disabili) e FADA (Federazione Associazioni Diversamente Abili) -, nonché quello cooperativo - aderente al Forum del Terzo Settore Umbro - vengono accolti dalla Presidente della Regione, dagli Assessori regionali alle politiche sociali e alla sanità e dai Capigruppi presenti in Consiglio Regionale. Per questo incontro, i due movimenti hanno preparato una lettera in cui chiedono alla Politica di assumersi la responsabilità di offrire una prospettiva per il futuro che non sia semplicemente ed esclusivamente dettata dalla necessità di tagliare risorse.
Martedì 10 luglio 2012, Palazzo Cesaroni: davanti alla Presidente della Regione Catiuscia Marini, agli Assessori regionali alle Politiche sociali e alla Sanità Carla Casciari e Franco Tomassoni ed ai Capigruppo presenti in Consiglio Regionale vengono ascoltate le istanze del movimento associativo - che tutela i diritti delle persone con disabilità - e di quello cooperativo - aderente al Forum del Terzo Settore.
L'audizione è quella per la quale si era impegnato direttamente il Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega in occasione del sit-in dello scorso 19 giugno (leggi qui tutto il materiale relativo al sit-in) e, per questo motivo, i due movimenti sono arrivati carichi e prearati: hanno, infatti, redatto una lettera congiunta in cui chiedono alla Politica di assumersi la responsabilità di offrire una prospettiva per il futuro che non sia semplicemente ed esclusivamente dettata dalla necessità di tagliare risorse.
Di seguito si riporta la lettera delle quattro organizzazioni:
La FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), la FAND Umbria (Federazione tra le Associazioni dei Disabili), la FADA (Federazione Associazioni Diversamente Abili) e il Forum del Terzo Settore, raccogliendo le sollecitazioni che arrivano, sia a livello nazionale sia territoriale, dalle principali realtà del movimento associativo, che rappresenta e tutela i diritti delle persone con disabilità, e da quelle del movimento cooperativo, chiedono che la Politica si assuma la responsabilità di offrire una prospettiva per il futuro che non sia semplicemente ed esclusivamente dettata dalla necessità di tagliare risorse.
Con le nostre organizzazioni intendiamo essere a fianco della Regione nell'opporsi ai tagli operati dal Governo nazionale, siamo altresì consapevoli che le risorse destinate a garantire il diritto alla Salute dei cittadini siano già state drasticamente ridotte dai Governi centrali e che diventi, quindi, assolutamente necessario evitare la tentazione di risparmiare oggi sui servizi al territorio senza tener conto che ciò sarebbe causa di ulteriore impoverimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nonché di crescente solitudine e rischi di discriminazioni.
Per tale ragione, sicuramente non saremo a fianco di chi, riproponendo forme assistenziali, caritatevoli e pietistiche, o, banalmente, obbligando ad optare per una monetizzazione - nemmeno risarcitorie - dei servizi e, contestualmente, negando il protagonismo della persona nelle scelte per il proprio futuro, non è grado di comprendere che risparmiare oggi, tagliando quelli che sono diritti fondamentali, significa spendere molto di più domani per l'assistenza ospedaliera.
Le risorse non ci sono, è un fatto ovvio ed evidente; non lo è altrettanto il fatto che ci si limiti a ridurre l'esistente, in termini di prestazioni e servizi, senza operare scelte innovative, ormai ineludibili, quali quelle necessarie a dar vita ad un processo globale di presa in carico.
Chiediamo a tutte le forze politiche di condividere e sostenere la necessità di innovare il modello di welfare per non limitarsi all'affermazione del principio della centralità della persona, che diventa stucchevole retorica, laddove si ignori, quindi evidentemente non si conosce o comunque non si rispetta, quanto previsto nella legge 328/2000 all'art. 14 [si fa riferimento al Progetto Individuale, N.d.R.].
Le nostre organizzazioni hanno condiviso pienamente la consapevolezza che la gravità della situazione richiede l'assunzione di decisioni difficili, decisive per il futuro di tutti e che, quindi, tutti sono chiamati a contribuire con senso di responsabilità; per questo, pretendiamo chiarezza e trasparenza.
Quando si parla di bisogni/diritti fondamentali delle persone, non è possibile permettersi il lusso di tollerare confusioni nella definizione delle priorità, degli obiettivi e degli interventi da mettere in campo, poiché il senso ultimo è quello di vedere realizzate politiche di inclusione sociale, non meramente assistenziali, ispirate ai princìpi della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità che, è opportuno ricordare, con la Legge 3 marzo 2009, n. 18 [leggi qui, N.d.R.] è norma dello Stato, cui ha fatto seguito anche la Deliberazione della Giunta Regionale del 26 luglio 2011, n. 876 [leggi qui, N.d.R.].
Quindi, partecipazione vera, con distinzione e riconoscimento delle competenze e dei ruoli di ognuno, nelle scelte di programmazione, nella realizzazione degli interventi professionali, relazionali, di inclusione sociale e lavorativa, nell'erogazione dei servizi e nella valutazione. Più di ogni cosa, riteniamo urgente e decisivo che si innovi il modello di presa in carico affinché quanto prima si pratichi una presa in carico globale delle persone con disabilità e si riesca a contenere l'impatto negativo dei tagli sulla vita delle persone attraverso il perseguimento di una maggiore appropriatezza degli interventi.
A tal fine, chiediamo l'immeditato avvio, per almeno uno dei Distretti socio-sanitari delle quattro ASL dell'Umbria, della sperimentazione della presa in carico globale delle persone con disabilità, secondo i princìpi definiti dal modello proposto del Progetto Individuale, così come previsto dall'art. 14 della legge 328/2000.
A fronte della pesantezza dei recenti tagli delle prestazioni aggravati dalla contestuale richiesta di compartecipazione alla spesa, innovare il modello di presa in carico rappresenta una prospettiva positiva per il futuro; tuttavia, nell'immediato, è anche necessario dare una risposta rapida alle numerose segnalazioni di non appropriatezza con cui vengono comunicati ed effettuati i suddetti tagli o con cui vengono negati i servizi.
A tale scopo, in caso di disaccordo rispetto a variazioni nell'attivazione di prestazioni riferite alla presa in carico, si chiede di prevedere, a livello territoriale, il formale ricorso ad audit civici, al fine di consentire alle persone con disabilità e alle loro famiglie di avvalersi di figure tecniche indicate dalle associazioni.
I tecnici delle associazioni potranno confrontarsi con i tecnici dei servizi al fine di cercare le soluzioni assistenziali che meglio possono consentire di contemperare le esigenze di giustizia sociale, di appropriatezza e sostenibilità degli interventi. Nel caso in cui, a livello territoriale, dovesse permanere una diversità di posizioni in merito alla valutazione dei bisogni e alle conseguenti prestazioni da attivare, la decisione definitiva dovrebbe essere assunta da un tavolo tecnico regionale (composto da tecnici istituzionali ed associativi).
Siamo consapevoli che, per quanto importante, un incontro non può essere risolutivo a restituire dignità alle politiche di inclusione sociale e che dovranno essere definiti i margini delle diverse competenze e responsabilità collocandole in sedi opportune; in ogni caso, ci aspettiamo risposte concrete.
Con le nostre associazioni e le nostre cooperative siamo pronti a confidare nella volontà di coloro che, al di là dell'appartenenza ai diversi schieramenti, si renderanno concretamente disponibili a tradurre in Politica i temi che abbiamo messo sul tavolo, ma sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di essere strumentalizzati o usati per "operazioni politiche" di facciata.
È possibile scaricare la lettera anche in formato PDF.