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Piano Regolatore del Sociale: presentata ieri la bozza di Regolamento "Inclusione Socio-lavorativa delle fasce deboli"

Pubblicato il 28/11/2012 - Letto 2369 volte
L'atto di indirizzo assunto con Delibera della Giunta Comunale n. 421/2011 ha dato avvio ad un percorso per l'elaborazione di una proposta di un atto regolamentare, disciplinante le modalità di inserimento lavorativo di "persone svantaggiate" e persone con disabilità nell'ambito dell'attività contrattualistica dell'Ente, da rivolgere al Consiglio Comunale.

È stato presentato, ieri mattina, presso Palazzo Spada, la proposta di Regolamento denominato "L'inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con disabilità attraverso le procedure contrattuali della Pubblica Amministrazione". Ad elencare le misure proposte erano presenti, Stefano Bucari (Assessore alla Politiche Sociali), Daniela Cecchetti (Direzione Servizi Sociali) e Luca Tabarrini (Segreteria Generale - Ufficio Contratti).

Durante l'incontro, rivolto alle Associazioni di persone con disabilità (FISH Umbria ONLUS, FAND sez. Terni, FADA Terni) e al Forum del Terzo Settore, l'Assessore Bucari ha illustrato le finalità del Regolamento: favorire, in un momento di crisi economica, l'inserimento/reinserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio.

Con il Regolamento però, ha spiegato l'Assessore, si è tentato di ampliare la fascia di persone "svantaggiate", includendo fra esse, non solo quelle previste dall'art. 4 della L. 381/1991, ma anche quelle indicate dal Regolamento CE n. 800/2008, tra cui le persone con disabilità, chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, lavoratori che hanno superato i 50 anni di età e adulti che vivono soli con una o più persone a carico.

Il Regolamento, che riguarderà l'intera Zona Sociale n. 10, per raggiungere questo scopo prevede che il Comune di Terni, nei contratti per la fornitura di beni e servizi (con esclusione di quelli in materia socio sanitaria ed educativa), attribuisca un punteggio maggiore alle imprese (per gli appalti di valore superiore alla soglia comunitaria) e alle cooperative sociali di tipo B (per gli appalti sotto soglia comunitaria) che prevedano un progetto personalizzato di inserimento lavorativo o con finalità occupazionale o con finalità socio lavorative per le persona sopra indicate.

Prescindendo da quelli che possono essere aspetti meramente tecnici, la FISH Umbria accoglie con piacere la finalità che si intende raggiungere con il regolamento, ma non può non esprimere il proprio rammarico per il fatto che, ancora una volta, anche questa azione sia stata formulata in maniera del tutto scollegata dal tema più ampio (e più globale) delle politiche per la disabilità e senza tenere in considerazione una visione d'insieme della persona con disabilità e di quello che dovrebbe essere la sua presa in carico e progetto individuale (cfr. art. 14 L. 328/2000).

Altro timore espresso dalla FISH Umbria ONLUS, e condiviso dalle altre Federazioni presenti, è che considerare le persone con disabilità al pari delle altre persone "svantaggiate" possa in realtà costituire un ulteriore svantaggio per le prime; infatti, va da sé che, secondo una logica del profitto, un'azienda orientata ad offrire "prodotti" dovendo far fronte alla richiesta di assumere persone in situazione di svantaggio scelga chi tra queste sia maggiormente produttiva, a discapito, nuovamente, delle persone con disabilità.

La proposta emersa dall'incontro è, quantomeno, di ipotizzare un sistema di punteggio che abbia un peso differente nel caso di presenza di disabilità.

Parallelamente a ciò, si potrebbe combinare quanto previsto dal regolamento con la sperimentazione del Budget di Salute che si sta predisponendo a livello regionale e che ha come scopo ultimo quello di diminuire le prestazioni assistenziali agendo sui percorsi di inclusione lavorativa delle persone con disabilità oggetto della sperimentazione.

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