Salve, volevo alcuni chiarimenti riguardo la pensione di invalidità, la sua eventuale trasmissibilità agli eredi del defunto e la compatibilità della pensione di reversibilità con la pensione di invalidità. La situazione è la seguente: mia nonna, deceduta, era titolare di una pensione di invalidità con indennità di accompagnamento, e di una pensione di reversibilità di mio nonno. Mia zia (la figlia), di anni 63, ha sempre vissuto con i miei nonni, è a sua volta stata riconosciuta invalida civile al 100%, non svolge alcuna attività lavorativa e non percepisce alcun reddito. Ora mi chiedo se mia zia avrà diritto ad entrambe le pensioni di cui era titolare mia nonna, quella di invalidità e quella di reversibilità; e nel caso di risposta positiva, come si conciliano dette pensioni con la pensione di invalidità e l'indennità di accompagnamento di cui è attualmente titolare mia zia. Grazie anticipatamente.
STEFANIA, 31 anni
Risposta
Gentile Utente,
in merito al quesito da Lei posto, La informiamo che la pensione di invalidità e l'indennità di accompagnamento non sono prestazioni economiche di cui possono usufruire gli eredi della persona con disabilità deceduta.
La pensione di reversibilità, al contrario, è una prestazione economica che può essere goduta anche dai figli maggiorenni, se riconosciuti, al momento del decesso del titolare della pensione, in condizione di inabilità totale al lavoro.
Il riconoscimento dell'invalidità civile al 100% di Sua zia (per il quale beneficia della pensione di invalidità), tuttavia, di per sé non implica anche un riconoscimento dell'inabilità lavorativa per poter ottenere la pensione di reversibilità. Quest'ultima, infatti, deve essere riconosciuta dalla Commissione medica dell'Ente previdenziale (il quale, tuttavia, sulla base delle condizioni di salute della signora, potrebbe anche considerare valido ai fini dell'inabilità lavorativa, anche il certificato di invalidità civile).
In ogni caso, in merito alle modalità con le quali si può beneficiare della pensione di reversibilità, consigliamo di rivolgersi all'Ente previdenziale.
Nella speranza di aver fornito una risposta chiara ed esaustiva, inviamo cordiali saluti,
Anna Vecchiarini e Pierangelo Cenci
(Assistenti Sociali del Centro per l'Autonomia Umbro)